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Analisi di mercato

Correlazioni in rottura

Saverio Berlinzani
November 08, 2023

Prosegue nelle ultime due sedute la fase interlocutoria, caratterizzata da movimenti misti, senza direzionalità, in cui l’unica notizia degna di nota è stata quella relativa al deficit commerciale Usa, salito a 61.5 miliardi di dollari nel mese di settembre, e superiore al dato di 58.7 miliardi di agosto, peraltro rivisto poi al rialzo a 59.9. Le importazioni sono aumentate del 2.7% (322 miliardi di dollari), segnale di una domanda ancora forte e resiliente, spinte soprattutto dagli acquisti di telefoni cellulari, automobili, petrolio greggio, trasporti, computer, aerei e altri macchinari industriali. Le esportazioni sono aumentate ad un ritmo inferiore, +2.2% (261 miliardi), guidate da petrolio, soia, e mais.


Passando ai mercati, segnaliamo come ieri i listini americani abbiano chiuso la seduta in positivo, anche se non di molto con guadagni dello 0.17% e dello 0.28% rispettivamente per il Dow Jones e S&P 500 mentre il Nasdaq, guidato dai tecnologici è salito dello 0.9%. Guadagni interessanti per Tesla, Apple, Microsoft, Amazon, che fanno ben sperare per trimestrali positive, specie dopo che la Fed si è rivelata meno falco del previsto.


VALUTE


Sul fronte cambi dobbiamo invece segnalare, in controtendenza all’azionario, una certa tenuta e forza del dollaro, sorprendente alla luce delle correlazioni vigenti nell’ultimo periodo. EurUsd è sceso fino a 1.0660, incapace di riguadagnare quota 1.0700 e mantenerlo, nonostante i listini abbiano performato positivamente. La sensazione è che il biglietto verde sia ancora protagonista con il dollar index non lontano dal doppio massimo dell’ultimo periodo a 106.90.


A contribuire a questa forza della divisa americana, uno Jpy debolissimo, incapace di qualsivoglia reazione, evidentemente causata da una BoJ che lascia che il cambio della valuta locale perda quota, e per correlazione, dalla discesa dell’euro ma soprattutto sterlina che rispetto al biglietto verde, dopo aver visto 1.2430, in una seduta ha perso praticamente 160 pip tornato a ridosso di 1.2270.


Debolezza anche per le oceaniche che faticano a riprendersi quota 0.6450 e 0.5950 (AudUsd e NzdUsd) e sembrano riproporre una discesa sui supporti chiave posizionati rispettivamente in area 0.6400 e 0.5910. Infine, il Franco svizzero è stabile a 0.9630 contro euro. Tra le emergenti segnaliamo il UsdYuan, ancora vicino a 7.3000, ma non lontano dai supporti chiave di 7.2550, la cui rottura potrebbe riportare un poco di serenità sul cambio.


Sul fronte materie prime segnaliamo un petrolio Wti a 77 e un Brent a 81.50 in discesa, ai livelli più bassi degli ultimi tre mesi, in ragione dell’aumento delle scorte di petrolio negli Usa, pari a 12 milioni di barili nella sola settimana scorsa. I consumi diminuiscono evidentemente, come confermato anche dall’EIA che ha dichiarato di attendersi un calo dei consumi negli Usa di 300 mila barili al giorno, rispetto ai 100 mila preventivati in precedenza

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Sul fronte delle banche centrali, attenzione oggi alle parole di Jerome Powell, uno dei pochi market mover di giornata insieme ai numeri sull’inflazione tedesca.


Buona giornata e buon trading.


Saverio Berlinzani






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