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Analisi di mercato

Mercati: rischi geopolitici

Saverio Berlinzani
October 16, 2023


La questione mediorientale va avanti da sempre ma negli ultimi giorni i rischi derivanti da un ipotetico allargamento del conflitto, dopo che gli Hezbollah hanno colpito postazioni israeliane nel sud del Libano e le dichiarazioni del Governo israeliano su un imminente attacco di terra, marittimo e aereo contro Gaza, hanno causato degli effetti rilevanti anche sui mercati finanziari.


Sul mercato azionario americano S&P e il Nasdaq hanno rispettivamente ceduto lo 0.5% e l’1.2%. A pesare sono stati anche i risultati delle aziende a grande capitalizzazione, unitamente alle prospettive di un’inflazione ancora alta. Il prezzo del petrolio si è impennato nuovamente, con il Wti che è salito a quasi 88 dollari al barile. Indici di rischio in rialzo, con il Vix tornato a ridosso dei 20 punti mentre l’indice “paura e avidità” è tornato in zona di estrema paura, con il risk off che sembra quindi avanzare.


Sul fronte dei titoli di stato, invece, non si è percepita particolare tensione, con il rendimento del decennale Usa che si è attestato al 4.616% (dopo aver testato anche il 4.7%) mentre le altre scadenze hanno comunque chiuso leggermente in ribasso, segno che forse la Fed si prenderà una pausa sui tassi nella prossima riunione. Se equity e bonds hanno retto il colpo, sul mercato dei cambi c’è stata una ripresa violenta del dollaro che tra giovedì e venerdì ha guadagnato oltre l’1%.


VALUTE


Il Dollar Index è tornato sopra 106, chiudendo a 106.30 dopo un massimo a 106.45. Tecnicamente gli obiettivi sembrerebbero essere posti a 106.97, precedente massimo di qualche settimana orsono, e 107.64. Sopra tali livelli le aree 109.10 e 110 non si potrebbero escludere a priori.


Ma perché il dollaro sale in modo così impulsivo quando gli altri mercati sembrerebbero aver digerito anche la possibile escalation del conflitto israelo-palestinese? La risposta dipende dalle posizioni sul mercato dei grandi istituzionali che fino a qualche settimana orsono, in base al Cot, erano long euro per importi molto significativi (si parlava di circa 20 miliardi di euro solo sui future), mentre le ultime rilevazioni parlano di posizioni lunghe euro per la metà esatta. Il che significherebbe che i grandi player stanno velocemente uscendo dalle posizioni short dollari e long euro che avevano mantenuto a lungo durante il 2023.


L’EurUsd è sceso nuovamente a 1.05, non lontano dal supporto chiave posizionato a 1.0450, la cui rottura farebbe tornare alta tensione su tutti i rapporti di cambio contro il dollaro. Il Cable scende anch’esso: i livelli da osservare sono posti a 1.2040 al di sotto del quale sono possibili ribassi fino a 1.18. Le oceaniche hanno ceduto anch’esse, sull’onda del ritorno del biglietto verde come asset rifugio, e in questo momento sembrerebbero essere orientate verso i target di breve di 0.6270 e 0.5810 rispettivamente per Aud e Nzd. Fatica maggiormente il UsdCad con possibili target di breve a 1.38.


FMI E YEN


Un alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che lo yen sembra essere guidato esclusivamente dai fondamentali per cui, fino a quando rimarranno questi differenziali dei tassi di interesse, lo yen continuerà a subire delle pressioni ribassiste. Lo stesso funzionario ha poi ribadito che le modifiche apportate alle fasce di oscillazioni dei rendimenti dei titoli decennali rappresentano un passo nella giusta direzione e offrono alla BoJ la flessibilità di muoversi in entrambe le direzioni.


Quando poi i salari e i prezzi arriveranno su livelli tali da rendere evidente che l’inflazione rimarrà ben sopra al 2%, quello sarà il momento in cui la BoJ alzerà i tassi. UsdJpy rimane a ridosso di quota 150, in assenza di interventi anche verbali da parte della BoJ. Bisogna vedere se la speculazione attaccherà per spingere i prezzi sopra 150.50.



SETTIMANA DI TRIMESTRALI


La settimana entrante sarà caratterizzata dalla pubblicazione delle trimestrali da parte di importanti società multinazionali come Tesla, Bank of America, Netflix. Sul fronte dati attenzione ai soliti interventi dei funzionari della Fed e delle altre banche centrali, che giornalmente rilasciano dichiarazioni capaci di modificare le price action. Tra i dati macro Usa segnaliamo le vendite al dettaglio e i numeri relativi al mercato immobiliare, oltre alla produzione industriale.


Per quanto riguarda le altre aree segnaliamo i dati sull’inflazione per Uk, Canada, Giappone e Nuova Zelanda. Per quanto riguarda Cina ci sarà il Pil, la produzione industriale e le vendite la dettaglio. In Europa attenzione all’indice Zew tedesco. Buona settimana e buon trading.


Saverio Berlinzani





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