ORO
I prezzi dell'oro sono saliti all'inizio delle contrattazioni di venerdì, ma il metallo prezioso sembra ancora pronto a chiudere la settimana con delle perdite. Dopo aver toccato i massimi storici a metà luglio, l'oro ha accumulato perdite a causa dell'aumento dell'orientamento dei trader verso il dollaro, dovuto all'incertezza sull'esito delle elezioni presidenziali statunitensi e sulla tenuta dell'economia.
Donald Trump è il favorito per la vittoria alle elezioni di novembre e la sua presidenza comporterebbe un maggiore protezionismo e potrebbe causare battute d'arresto nella lotta all'inflazione, lasciando intendere la possibilità di un aumento dei tassi. Allo stesso tempo, la lettura del PIL statunitense di ieri ha sorpreso al rialzo, sollevando dubbi sulla probabilità di un taglio dei tassi della Fed a settembre.
In questo contesto, la pubblicazione odierna dei dati PCE, la misura dell'inflazione preferita dalla Fed, potrebbe aggiungere chiarezza al tradingo su dollaro e al suo rispettivo impatto sui prezzi dell'oro. Una lettura che confermi un'ulteriore diminuzione dei prezzi spingerebbe il dollaro ad ammorbidirsi e a sostenere le quotazioni dell'oro, mentre una sorpresa al rialzo avrebbe l'effetto opposto.
Ricardo Evangelista - Analista Senior, ActivTrades
AZIONARIO EUROPEO
I titoli azionari hanno registrato un leggero rialzo nell'ultima seduta della settimana in Europa, riducendo alcune delle perdite di ieri in vista dei dati macro critici negli Stati Uniti. In una pausa dal sentimento di mercato negativo degli ultimi giorni, i movimenti correttivi sono dovuti principalmente ai venditori allo scoperto che hanno riacquistato parte delle loro posizioni a seguito della crisi globale vista questa settimana sui mercati azionari.
In mancanza di cambiamenti significativi nei driver di mercato, consideriamo il leggero rimbalzo di oggi come un'azione tecnica di prezzo piuttosto che qualcosa di più grande e direzionale. Inoltre, gli investitori potrebbero voler riequilibrare i loro portafogli in vista del cruciale indice PCE statunitense, l'indicatore preferito dalla Fed, previsto nel tardo pomeriggio. La lettura di oggi dovrebbe essere difficile da valutare, poiché gli operatori e gli analisti prevedono un calo dal 2,6% al 2,5% su base annuale, ma un aumento dallo 0,1% allo 0,2% su base mensile.
Dati più morbidi del previsto dovrebbero cambiare in modo significativo l'attuale cauto sentimento del mercato, sostenendo la tesi di una riduzione dei tassi nella più grande economia del mondo, che potrebbe spingere i mercati azionari al rialzo. Nel frattempo, l'indice STOXX-50 sfida la sua prima resistenza a breve termine intorno a 4.830 punti dopo un rimbalzo sopra la zona di 4.800 punti, guidato dai titoli del settore sanitario ed energetico.
Pierre Veyret - Analista Tecnico, ActivTrades
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