Ripartono i mercati dopo le festività pasquali, e la prima seduta del post Nfp di venerdì scorso, ha visto il dollaro rafforzarsi contro tutte le principali valute concorrenti. Il mercato azionario, invece, dopo una partenza in profondo rosso, ha recuperato e i listini Usa hanno chiuso leggermente in positivo. Difficile comprendere le correlazioni attuali, probabilmente in ragione del fatto che la liquidità non è ancora tornata sui mercati ed è necessario attendere qualche giorno per veder tornare le price action alla normalità.
Sembra però che il tema del periodo sia cambiato, rispetto a qualche settimana orsono, ovvero i mercati cominciano a temere la recessione e non seguono più il motto “bad news are good news”, ma di fatto le cattive notizie sul fronte macro negli Usa, rischiano di anticipare la recessione e la reazione dei mercati potrebbe diventare equity negativa, mentre come ricorderete, fino a qualche settimana orsono le cattive notizie dagli Usa evidenziavano una reazione positiva dei mercati azionari.
Il dato del NFP invece, essendo uscito positivo rispetto ai dati sull’occupazione usciti in precedenza ma sempre nell’ultima settimana, potrebbe ridare fiducia ad un mercato che aveva cominciato a temere la recessione, ed è forse la ragione del recupero dell’azionario. A ciò è corrisposto un rafforzamento del dollaro che deriva proprio dal fatto che l’allontanarsi di un eventuale hard landing negli Usa, favorirebbe ancora il biglietto verde come valuta da investimento ad alti tassi, pensando peraltro che la Fed deve ancora alzare almeno due volte per combattere una inflazione ancora alta, specie dopo il ritorno del petrolio sopra gli 80 dollari.
Dati negativi dagli Usa (ma non troppo), invece potrebbero spingere le borse al ribasso con un dollaro sotto pressione perché la recessione riguarderebbe dapprima gli Stati Uniti e poi a ruota gli altri paesi occidentali. È altrettanto logico però che se la recessione Usa diventasse un hard landing, il dollaro anziché scendere potrebbe ritornare a salire come asset rifugio.
TRE POSSIBILI SCENARI
Quindi vi sono di fatto tre scenari che noi riteniamo possibili e che cerchiamo di spiegare: Un primo scenario di non recessione negli Usa, con le borse in salita e un dollaro stabile o in leggero recupero, Un secondo scenario di soft landing Usa con dollaro in ribasso e borse in rialzo, e un terzo scenario, di eventuale hard landing Usa con discesa dell’azionario e salita impulsiva del dollaro come asset rifugio.
In 35 anni, dobbiamo ricordarlo, non avevamo mai visto una correlazione di questo tipo a livello intermarket, nel senso di così variabile e instabile e addirittura due scenari diversi di fronte ad una medesima condizione di recessione, che sia soft o hard. Pertanto sembra più complicato fare delle scelte di investimento, specie di medio e lungo periodo, perché le notizie cambiano rapidamente e così anche le price action. Non dimentichiamo che poi vi sono dei fattori esogeni che potrebbero modificare ulteriormente tali correlazioni e uno di questi è la possibile de dollarizzazione, con cui prima o poi dovremo fare i conti.
MERCATO DEI CAMBI
I movimenti sul forex sono poco volatili, ma comunque imprevedibili, anche se in effetti si rimane in un trading range abbastanza limitato in termini di escursioni. EurUsd che ieri ha provato a scendere sul primo supporto rilevante a 1.0830, incapace di violarlo però, tanto che nella notte ha recuperato quota 1.0880-90, aree di prima resistenza. Il Cable ha fatto altrettanto con EurGbp stabile e il cambio originale che ha visto dei minimi a 1.2345 50 prima di ritornare sopra 1.2400 a ridosso delle prime aree chiave di resistenza. Così anche le oceaniche in una giornata senza grandi spunti sui cross. UsdJpy che è l’unico ad aver perso leggermente meno degli altri, solo 40 pips dai massimi di 133.80. Il trend resta positivo specie se quota 132.80-90 conterrà i tentativi di ribasso. UsdCad ha provato a rompere 1.3550 ma poi ha ripiegato tornando sotto quota 1.3500.
DATI MACRO
Nella notte è uscito il dato sull’inflazione cinese, inaspettatamente scesa a +0.7% su base annua rispetto ad un dato precedente dell’1% e a previsioni dell’ 1.1%. Si tratta del dato più basso dal settembre 2021. Su base mensile l’indice dei prezzi è sceso dello 0.3%. Oggi sono attesi i numeri relativi alle vendite al dettaglio di Eurozona, mentre dagli Usa è atteso il redbook, ovvero il dato che misura la crescita delle vendite dei negozi negli Usa. La misurazione avviene su dati che emergono da un campione statistico di circa 9 mila rivenditori. Di fatto è un indicatore che misura le vendite al dettaglio. Tra gli interventi, da notare quello del Segretario al Tesoro Usa Janet Yellen. Buona giornata.
Saverio Berlinzani
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