Dopo la Federal Reserve, anche la Bank of England e la BoJ hanno lasciato i tassi invariati rispettivamente al 5.25% e a -0.10%, con la BoE che lo ha di fatto lasciato al livello più alto dal 2008. Su nove votanti all’interno del board, in 4 avrebbero voluto alzare il costo del denaro, mentre altri 5 tra cui Bailey, il Governatore, hanno preferito lasciare fermi i tassi.
L’approccio attendista è legato agli ultimi dati su inflazione e lavoro, con il primo che è uscito più basso delle attese mentre il secondo ha mostrato un peggioramento della disoccupazione (4.3%). Nei toni però la BoE mantiene un atteggiamento ancora hawkish. Il nulla di fatto di ieri rappresenta la prima pausa dopo due anni di rialzi del costo del denaro consecutivi, di ben 515 punti base, Nello statement si legge che le previsioni prevedono un calo dell’inflazione nel breve termine, a causa di un abbassamento dei prezzi dell’energia e una discesa dei prezzi dei generi alimentari.
La sterlina ha perso terreno nei confronti del dollaro, scendendo al di sotto di 1.23, mentre l’EurGbp è arrivato a ridosso di 0.87. I mercati azionari, dopo che Fed e BoE, nonostante abbiano mantenuto i tassi fermi, hanno verbalmente mantenuto un approccio hawkish, hanno perso terreno, con Wall Street che ha chiuso in deciso ribasso.
I rendimenti dei treasuries sono saliti ai massimi degli ultimi 16 anni. Nella notte, dicevamo, la BoJ ha lasciato i tassi invariati con voto unanime. Nelle dichiarazioni si legge che il Qqe continuerà a sostenere l’economia e risponderà alle modifiche dell’attività economica, in un contesto di incertezza elevata. Lo yen ha perso nuovamente terreno contro il dollaro risalendo a quota 148.
VALUTE
Sul fronte valutario il dollaro si è rafforzato contro tutte le valute. EurUsd è sceso fino ad un minimo di 1.0625, il Cable si è portato a ridosso di 1.2240 mentre UsdJpy è salito sopra 148.00. La forza del dollaro sembra destinata a rimanere tale, al di là di eventuali correzioni, e per ora appare difficile che si verifichino delle inversioni strutturali.
Ma molto dipenderà anche dall’equity, che per ora è in ribasso con aumento del risk off generalizzato. L’indice Vix è salito sopra 17.50 dopo che i dati sulla disoccupazione americana settimanali, hanno evidenziato l’ennesimo miglioramento, a conferma che la Fed sembrerebbe intenzionata ad inasprire ancora il costo del denaro nella prossima riunione di novembre.
Dollaro forte, equity in ribasso, rendimenti dei titoli di stato ancora in rialzo e materie prime che tengono i supporti. Un quadro da osservare con attenzione, in un contesto dove le politiche monetarie non sembrano funzionare adeguatamente. Ci dobbiamo preparare ad un autunno caldo oppure siamo al canto del cigno sui tassi di interesse? Lo vedremo strada facendo. Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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