Si è chiusa venerdì una settimana priva di significativi movimenti sui principali asset. Il mercato sembra essersi cristallizzato su posizioni di equilibrio, che seppur precario, hanno contribuito a rendere i movimenti poco volatili, con le price action che sono rimaste all’interno dei trading range delle ultime settimane. Il dibattito si incentra sul solito tema chiave, ovvero l’inflazione, il cui appare insufficiente per poter alimentare un ottimismo che sia duraturo.
La battaglia è ancora lunga e le autorità monetarie, anche se intravedono l’inizio di un periodo deflazionistico, non vogliono e non possono mollare la presa, in ragione di un indice dei prezzi che, su base annua, è ancora troppo alto. Ed è proprio questa incertezza che genera questa situazione di equilibrio. I mercati azionari americani, dopo la salita del quarto trimestre 2022, sono entrati in una fase laterale di congestione. Da fine dicembre il Dow Jones è in un box rettangolare compreso tra i 32.470 e i 34.940 punti, il Nasdaq è in fase correttiva di un trend rialzista mente nelle ultime 6-7 sedute l’S&P500 ha corretto 100 punti.
Sul fronte valutario il biglietto verde è in recupero. L’EurUsd ha perso quasi 400 pips in poco più di una ottava da 1.1033 a 1.0675 e, in caso di rottura del supporto posizionato a 1.0665-70., potrebbe scendere verso 1.05. La sterlina ha tenuto leggermente meglio, nonostante i pessimi dati macro che sembrerebbero portare il paese in recessione nel 2023. I supporti si trovano a 1.1950 e 1.1880 e quindi sono ancora lontani ma in caso di rottura lo spazio sotto è significativo.
Anche UsdJpy è in recupero anche se venerdì il cambio del Governatore della Boj, da Kuroda a Ueda, apparentemente più falco nei confronti dell’inflazione, sembrava aver messo le ali allo yen che poi però è tornato a scendere dopo la conferma del mantenimento dell’espansione monetaria da parte del nuovo Governatore.
Sul fronte materie prime segnaliamo la risalita del petrolio, con il Wti a ridosso degli 80$ e il Brent a 86 dollari, dopo che la Russia ha annunciato il suo piano per tagliare la produzione di 500 mila barili al giorno, il 5% della produzione totale. Si tratta di una ritorsione contro il divieto europeo delle importazioni marittime e sul price cap.
Questa settimana, sul fronte dati, segnaliamo per martedì il Pil del Giappone, la disoccupazione inglese e l’inflazione Usa. Mercoledì l’inflazione Uk e i dati Usa relativi alla produzione industriale. Giovedì ci sarà il Ppi Usa e venerdì le vendite al dettaglio Uk. Sarà quindi una settimana interessante, da seguire con molta attenzione.
Buona settimana e buon trading.
Saverio Berlinzani
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