Il mercato, almeno per il momento, resta all’interno delle fasce di oscillazione che si sono recentemente venute a creare e nulla sembra spostarne gli equilibri. Nelle ultime ore le borse hanno perso slancio a causa di alcune dichiarazioni che indicano la possibilità di ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed. Quest’ultima infatti, nonostante un parziale rallentamento della congiuntura, è orientata ad abbattere l’inflazione ed è favorevole ad ulteriori aumenti del costo del denaro, onde evitare che l’indice dei prezzi al consumo si consolidi. Le richieste d sussidi di disoccupazione pubblicati ieri e relativi al mercato del lavoro statunitense, hanno visto un leggero incremento a 196.000 contro le attese di 190.000, un dato comunque di gran lunga positivo, considerato che si ritiene che solo numeri sopra i 400.000 significhino recessione.
Sul mercato dei cambi abbiamo vissuto una giornata a due fasi ovvero un dollaro debole e listini in ripresa nella prima parte, e poi un recupero della divisa Usa nel pomeriggio, quando l’azionario ha perso nuovamente quota. Il mercato, quindi, è tornato perfettamente dollaro-centrico. Anche il Dollar Index ha ripiegato anche se ha chiuso sopra i supporti chiave e nelle prossime ore si potrebbe assistere ad una ripartenza della divisa americana. EurUsd, dopo aver testato 1.0790, ha ripiegato ed è tornato a 1.0725; UsdJpy ha tenuto l’area compresa tra 130.20 e 130.30 ed è poi risalito verso 131.80 mentre il Cable, dopo il test di 1.22, è scivolato a 1.21.
Questa notte sono usciti i dati cinesi relativi ai prezzi al consumo che hanno evidenziato una ripresa e sono saliti al 2.1% a gennaio contro il +1.8% del mese di dicembre, un dato leggermente inferiore al consensus di +2.2%. In Australia, nel frattempo, la Rba ha alzato di 25 punti base il costo del denaro portando quindi al 3.35% (massimo dal 2012), in linea con le previsioni del mercato. Si tratta del nono rialzo consecutivo dei tassi. Nel prossimo futuro ci potrebbero essere ulteriori rialzi in quanto l’inflazione rimane alta e deve essere riportata tra il 2 e il 3%. Oggi usciranno i dati sul Pil inglese, atteso in peggioramento rispetto ai dati precedenti, oltre a quelli relativi alla bilancia commerciale e alla produzione industriale. Un vero banco di prova per la sterlina. Difficile fare previsioni ma potrebbe essersi il rischio di una nuova caduta della valuta britannica.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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