Ieri, una per una volta, i mercati si sono mossi in rigor di logica. I dati americani sono usciti decisamente inferiori alle attese sia per quanto riguarda i jolts openings (ossia le domande di lavoro che rimangono aperte) sia per gli ordini all’industria, scesi rispettivamente a 9.9 milioni i primi (per la prima volta sotto i 10 milioni dal 2021, e dello -0.7% i secondi (rispetto ad un consensus di -0.5%). I dati hanno spaventato i mercati dove ha prevalso il timore di una possibile recessione negli Stati Uniti. In precedenza, invece, i brutti dati macro infondevano ottimismo, giustificato dal fatto che dei dati negativi avrebbero potuto portare ad un possibile allentamento della politica monetaria.
Wall Street ha perso quindi terreno e mentre lo yen, in correlazione inversa con i listini Usa, è salito. Il dollaro si è indebolito nei confronti delle principali valute concorrenti, con l’EurUsd che sembrava puntare a 1.1030, massimo di inizio febbraio, ed invece si è fermato a ridosso di 1.0980 per poi correggere di una quarantina di pips. Relativamente alle materie prime il petrolio consolida sopra gli 80 e gli 85 dollari, rispettivamente per Wti e Brent, mentre l’oro continua a far sperare i rialzisti di un possibile breakout dei massimi a 2.070 dollari, livelli raggiunti nel 2020 e nel 2022.
LA RBNZ ALZA ANCORA I TASSI
A sorpresa la Rbnz ha alzato il costo del denaro dello 0.50%, contro le attese che erano per un incremento dello 0.25%, e ha portato i tassi OCR al 5.25%. Nello statement si legge che il board della banca centrale prevede che la domanda interna possa ancora rallentare, così come l’inflazione che però è ancora su dei livelli che potrebbero richiedere ulteriori interventi. L’impatto della politica monetaria, definita in questo momento restrittiva, deve ancora essere ancora valutato pienamente. Le banche, si legge, sono ben capitalizzate e redditizie e con molta liquidità disponibile. In seguito a questa decisione c’è stata una reazione importante del dollaro neozelandese che è schizzato al rialzo di circa l’1% per poi consolidare attorno a 0.6350.
DATI MACRO: DA OGGI SI FA SUL SERIO
Sul fronte dati da oggi si comincia a fare sul serio visto che sono attesi gli ordini industriali tedeschi, la produzione industriale francese, i Pmi composite e dei servizi per Eurozona e dei suoi paesi principali. Poi sarà la volta dei Pmi inglesi a cui seguiranno quelli americani. Ma non dobbiamo dimenticare gli Adp, anticipatori dei payrolls di venerdì. Una giornata intensa, che vedrà il suo culmine all’apertura di Wall Street.
Saverio Berlinzani
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