Dopo una sessione operativa, quella di martedì, che aveva lasciato il segno sui principali mercati finanziari globali, la sessione successiva, ovvero quella di ieri, si è rivelata decisamente meno volatile, in ragione di diversi fattori che sono spiegabili in una correzione che pareva dovuta tecnicamente, e grazie ai dati macro americani risultati sì negativi ma migliori del previsto.
Tra questi vanno segnalate le vendite al dettaglio statunitensi, scese dello 0.1% a ottobre, dopo un aumento di settembre rivisto al rialzo dello 0.9%. Quello uscito ieri è il primo calo delle vendite in ben sette mesi. Anche l’indice manifatturiero dello stato di New York è aumentato a 9.1 a novembre, il valore più alto da aprile scorso e decisamente superiore al consensus che era per una discesa di -2.8 punti. Per ultimo non dobbiamo dimenticare però i dati sulla produzione industriale, in calo dello 0.5% a ottobre, il peggior dato da aprile 2020.
I listini, a cominciare da Wall Street, se da un lato è vero che hanno mantenuto un tono positivo, dall’altro va detto che sono risultati di gran lunga meno impulsivi, con oscillazioni tutto sommato contenute anche se non lontano da livelli chiave di medio termine. Il Dow Jones ha chiuso con un +0.47%, seguito dall’S&P500 a +0.16% e dal Nasdaq a +0.07%.
Sul fronte dei tassi di interesse, dopo gli ultimi numeri pubblicati, le probabilità che vi siano altri rialzi da parte della Fed, si riducono notevolmente e potremmo in definitiva dire che è stato raggiunto il pivot. Ora si tratta di vedere quando ci sarà il primo taglio, e le previsioni ci dicono giugno 2024.
VALUTE
Sui cambi giornata interlocutoria per il dollaro che ha recuperato quota 151.40 contro Jpy, oltre i 100 pip, mentre sia EurUsd che il Cable hanno corretto rispettivamente di 60 e 100 pip dai massimi del giorno precedente. Una correzione dovuta, si dirà, proprio a causa delle condizioni di eccesso di ipercomprato di breve e presenza di qualche divergenza ribassista.
Ma soprattutto silenzio assordante della BoJ e mancanza di grandi interessi sui punti chiave. I cross contro Jpy sono tornati a salire con EurJpy che ormai non è lontano da 165.00 e si avvicina a grandi passi a 170.00. Ma è sui massimi di sempre anche ChfJpy che per certi versi, come grafico, assomiglia all’EurTry, un vero e proprio paradosso grafico, perché stiamo parlando dello Jpy e del Giappone. Correzione anche per le oceaniche mentre UsdCad si avvicina ai primi supporti interessanti.
PETROLIO
Scendono i futures del Wti e Brent dopo la pubblicazione delle scorte di greggio statunitensi, aumentate di 3.6 milioni di barili solo la settimana scorsa. Le previsioni valutavano un incremento di soli 1.8 milioni. Ma anche in Cina diminuisce la produzione nelle raffinerie, in ragione dell’indebolimento della domanda di combustibili industriali.
L’agenzia internazionale dell’energia ha parlato di possibile riduzione della domanda, mentre l’Opec ha rassicurato i mercati sul fatto che i fondamentali rimangono solidi e i recenti movimenti sarebbero esclusivamente dovuti alla speculazione.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani