PETROLIO
Il prezzo del petrolio Brent è sceso al di sotto dei 73 dollari al barile nelle prime ore di mercoledì, mantenendo lo slancio della sessione precedente e aumentando le perdite a più del 10% questo mese.
Il prezzo del barile è in calo, appesantito dalle preoccupazioni sulla domanda futura. Questo sentimento è stato esacerbato dalla pubblicazione di ieri dei dati sull'inflazione negli Stati Uniti, che sono rimasti al di sopra dei livelli ideali e hanno reso più probabile che la Federal Reserve mantenga i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo, con il consumo di petrolio che potrebbe soffrire di conseguenza.
In questo contesto, l'odierna decisione di politica monetaria della Fed potrebbe portare a ulteriori perdite se la banca centrale insisterà nell'adottare un atteggiamento da falco, riducendo le possibilità di un taglio dei tassi entro i prossimi sei mesi.
Ricardo Evangelista - Analista Senior, ActivTrades
AZIONARIO EUROPEO
Le azioni europee scambiano lateralmente mercoledì, mentre gli investitori trattengono il fiato in vista dell'ultima riunione del FOMC dell'anno.
L'indice STOXX-50 è ancora all'interno dell’area tra 4.5330,0 e 4.550,0 punti, con performance disomogenee in tutti i settori. Allo stesso tempo, gli investitori attendono ulteriori sviluppi monetari dopo la lettura dell'inflazione statunitense di ieri, che ha colto alcuni di sorpresa.
Sebbene i dati del CPI USA a/a si siano attestati al 3,1%, proprio come previsto, gli investitori sono rimasti delusi nel vedere un aumento dello 0,1% rispetto a novembre, che ha avuto un immediato impatto rialzista sul dollaro USA, minando le speranze di un rapido cambiamento dovish da parte della Fed.
Ecco perché la riunione del FOMC di oggi sarà cruciale e probabilmente influenzerà il sentimento del mercato per il resto dell'anno. Gli investitori, sostenuti dal raffreddamento dell'inflazione negli ultimi mesi, hanno già ampiamente prezzato una svolta monetaria dovish da parte della Fed. Questo li mette a rischio perché il presidente della Fed Jerome Powell potrebbe scegliere di mitigare le forti aspettative dovish, tenendo aperte le porte alla narrativa "higher for longer", soprattutto dopo il rapporto di ieri.
Se ciò dovesse accadere, potrebbe verificarsi rapidamente una forte azione al ribasso sui titoli azionari, spingendo probabilmente i benchmark verso una zona di correzione prima della fine dell'anno.
D'altro canto, l'assenza di indicazioni significative dalla riunione odierna potrebbe mantenere l'attuale status quo sulle azioni, mentre, naturalmente, qualsiasi dichiarazione dovish dovrebbe alimentare il sentiment del mercato e spingere l’azionario verso nuovi massimi.
Pierre Veyret - Analista Tecnico, ActivTrades
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