La Federal Reserve ha mantenuto i Fed Funds fermi nella forbice 5.25%-5.5%, per la terza riunione consecutiva, in linea con le aspettative, sebbene abbia indicato (nel dot plot), come nel 2024 siano probabili 75 punti base di riduzione del costo del denaro.
La crescita economica è apparsa in rallentamento, anche se il mercato del lavoro rimane resiliente, al 3.8%. La crescita del Pil rimane intorno al 2.6%, superiore alla proiezione di settembre. Scendono anche le aspettative sull’indice dei prezzi al consumo per gli anni 2024 e 2025.
Le reazioni del mercato sono apparse subito importanti con i rendimenti dei titoli di Stato decennali americani che sono scesi al 4.04%, mentre Wall Street ha visto il Dow Jones raggiungere nuovi massimi storici a 37.217 punti con un + 1.4% di giornata. L’S&P 500 e il Nasdaq sono saliti rispettivamente dell’1.37% e dell’1.38%, con tutti i settori dell’S&P in rialzo.
JEROME POWELL
Un Jerome Powell quasi compiaciuto dei risultati ottenuti è apparso ieri in conferenza stampa reclamando i successi della Fed nella gestione della politica monetaria dell’ultimo periodo. Il Presidente, con grande senso del realismo, ha affermato che l’inflazione è ancora alta, ma ci sono stati evidenti progressi, che sono ovviamente legati agli effetti del rialzo dei tassi sull’attività economica, che sta rallentando senza però, almeno per ora, sfociare in hard landing.
La guerra all’inflazione, quindi, non è ancora finita, ma questa volta l’atteggiamento del Presidente è risultato maggiormente accomodante, specie quando ha dichiarato che il taglio dei tassi è ora argomento di discussione in seno al board.
VALUTE
La reazione dei cambi è stata impulsiva con un dollaro in ripiegamento contro tutte le valute, come si vede anche osservando il grafico del dollar index, sceso sul supporto chiave e minimo di fine novembre a 102.10. EurUsd in pieno momentum rialzista con obiettivi che potrebbero configurarsi tra 1.0920 e 1.0950 mentre i supporti intervengono a 1.0850 60, precedente area di resistenza violata.
Cable sopra quota 1.2630, in leggero ritardo sull’euro e quindi passibile di accelerazione verso 1.2730. Supporti a 1.2600 05. UsdJpy che ha toccato un minimo a 141.00 quando ieri mattina quotava 146.00, e con la rottura del doppio minimo potrebbe avere dei target a 138.00.
AudUsd che ha rotto il massimo precedente a 0.6690 con obiettivi intorno a 0.6870 90, massimi di luglio scorso. Così come NzdUsd, che potrebbe avere target in area 0.6400. Interessanti i cross contro Chf che finalmente stanno recuperando, in una fase di interessante risk on.
SNB, BOE E BCE ALLA PROVA DEL NOVE
Oggi è giornata densa di avvenimenti, perché alle 9.30 si parte con la SNB, attesa a tassi invariati all’1.75% ma con il nodo deflazione da affrontare visto che il CPI mensile è stato negativo (-0.2%). Vedremo ma qualche possibilità di taglio del costo del denaro non la escluderemmo.
Alle 13 è il turno della BoE che presumibilmente lascerà invariati i tassi al 5.25%, ma quel che conterà sarà comprendere quel che verrà scritto nello statement oltre alle dichiarazioni di Bailey, che certamente metterà ancora il dito sull’inflazione, senza dimenticare però il rallentamento economico in atto dopo i deludenti dati di ieri su produzione industriale, manifatturiera e sul Pil.
Cable sugli scudi come detto, mentre EurGbp per contro ha rotto al rialzo quota 0.8600 e punta a 0.8650. E infine alle 14.15 la BCE che manterrà invariati a tassi quasi certamente, ma che vedrà in Miss Lagarde una variabile che potrebbe spostare le price action dell’equity ma soprattutto dell’euro.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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