La tensione sui mercati finanziari è aumentata in modo significativo, in particolar modo intorno al settore bancario, colpito improvvisamente da una serie di eventi che rischiano di creare uno sconquasso. Ieri, in mattinata, il titolo Credit Suisse ha infatti perso fino al 30% dopo aver accusato delle perdite in bilancio pari a 7.29 miliardi di franchi. I vertici hanno presentato un piano di ristrutturazione per quelle che sono state definite “debolezze sostanziali”. Ad innescare le tensioni è stato l’annuncio da parte del principale azionista della Banca elvetica, la Saudi National Bank, di non voler salire sopra il 10% delle quote della banca. Rispetto al caso SVB non sembra esserci la medesima corsa agli sportelli ma la fiducia dei mercati sta venendo meno e ieri i listini azionari hanno vissuto una giornata d’altri tempi, con vendite costanti e ribassi caratterizzati da alta volatilità.
LA SALITA DELLO YEN
Anche sulle valute abbiamo vissuto una giornata di alta tensione, con lo yen che è stato il re incontrastato del mercato. UsdJpy è sceso da 135.10 a 132.20 in sei ore, ma il vero e proprio uragano si è scatenato su EurJpy, in seguito alle voci di un possibile rialzo dei tassi di soli 25 punti base da parte della Bce. La ragione è stata l’indicazione arrivata dall’Istituto Ifo tedesco che ha previsto un trimestre negativo per il Pil del paese. EurJpy è letteralmente crollato, facendo registrare una discesa di 550 pips da 145 a 139.50. In serata poi lo yen ha leggermente ripiegato, così come la moneta unica ha recuperato qualcosa, anche se resta per ora in bilico. Ora si tratta di capire come si muoveranno le correlazioni in relazione alle prossime notizie macro e ai fatti che stanno muovendo l’azionario. La somma di tutto ciò potrebbe causare alta volatilità e movimenti ampiamente decorrelati, in un mercato che resta estremamente interessante e appetibile.
ATTESA PER LA BCE E I DATI USA
Sul fronte notizie macro vedremo oggi cosa deciderà la Bce sui tassi di interesse, anche se le ultime vicende lascerebbero propendere per un rialzo di “soli” 25 punti base. La maggior parte degli analisti prevede ancora un rialzo di mezzo punto percentuale, nonostante le turbolenze del settore bancario. Appuntamento quindi per oggi alle 14.15 per la decisione e alle 14.45 per la conferenza stampa di Christine Lagarde. Prima però, alle 13.30 (per via dell’ora legale negli Usa), ci saranno i dati sui disoccupati settimanali, un dato assai importante relativo al mercato del lavoro statunitense.
LA DISOCCUPAZIONE IN AUSTRALIA
Nella notte sono usciti i dati sulla disoccupazione in Australia, scesa a febbraio al 3.5% dal 3.7% precedente e inferiore anche al 3.6% atteso. Il dollaro australiano è tornato sopra 0.6620 e sembra voler attaccare la resistenza chiave a 0.6650. Interessante recupero anche di AudNzd che, dai minimi di ieri a 1.0680, è risalito di quasi 100 pips per via anche del dato sul Pil Neozelandese, pubblicato ieri in tarda serata e uscito peggiore delle previsioni (-0.6% mese su mese e +2.2% su base annua). NzdUsd ha perso una trentina di pips ma per ora resta al di sopra del supporto posto in area 0.6140-0.6130.
LA DISCESA DEL PETROLIO
Scendono ancora sia il Wti che il Brent, arrivati rispettivamente a 68.30 e 74.30, non lontani dai supporti chiave di medio termine di 62.60 per il primo e 66.00 per il secondo. I timori sono che la crisi innescata con il fallimento della SVB potrebbe portare ad un rallentamento economico e quindi ad un calo della domanda globale di energia. Il prezzo, peraltro, ha ancora spazio di discesa e la volatilità rimane alta.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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