SENTIMENT CONTRASTANTI
Quella che si è conclusa venerdì 14 aprile è stata una settimana contrastata, con operatori e investitori che hanno alternato momenti di appetito al rischio a momenti di paura. I dati usciti e le dichiarazioni dei banchieri centrali non hanno chiarito la situazione anzi, a dire la verità, contribuiscono ad alimentare l’indecisione generale. Il quadro che si presenta agli occhi di chi opera sui mercati è il seguente: siamo di fronte ad una economia globale che è in rallentamento, ma non in misura sufficiente ad alimentare le speranze di una riduzione del costo del denaro. I dati non sono recessivi al punto da preoccupare i banchieri centrali, che anzi reiterano la necessità di continuare a perseguire una politica monetaria restrittiva, per via di un’inflazione ancora elevata. Un’inflazione che negli Usa è ancora al 5% con tassi al 5%, in Europa è al 6.9% con i tassi al 3.5%, in Gran Bretagna il tasso di inflazione è oltre il 10% con tassi al 4.25% mentre in Giappone siamo al 3.3% con tassi negativi.
E dire che venerdì le vendite al dettaglio negli Stati Uniti relative al mese di marzo avevano evidenziato un calo dell’1%, un dato peggiore sia al consensus sia al dato del mese precedente, un segnale che l’aumento dei tassi di interesse sta iniziando a pesare. Ma, sempre venerdì, i dati sull’andamento dei consumi redatto dall’Università del Michigan hanno evidenziato un miglioramento, con un 63.5 che ha superato le previsioni di 62. E’ bastato questo dato per far girare i mercati, che stavano salendo per le speranze di un possibile allentamento delle politiche monetarie, e spingerli al ribasso durante la sessione americana. A sostenere queste incertezze e paure, sembrerà un paradosso, sono stati gli utili societari di Jp Morgan, Wells Fargo, Citi Group e Blackrock, migliori delle attese. Di fatto siamo tornati al “good news are bad news”.
VALUTE
Il dollaro, dopo tre sedute al ribasso, ha recuperato terreno disegnando sul Dollar Index una bullish engulfing di inversione, che da un punto di vista tecnico, farebbe pensare ad un rialzo almeno verso 101.80-102.00. L’EurUsd ha ceduto 70 pips mentre il Cable è tornato a 1.24 da 1.2540. Il ribasso del dollaro, quindi, sembra essere terminato, con il UsdJpy che potrebbe rompere quota 134 e andare all’attacco di 135.20-40 area. Le oceaniche sono crollate più delle altre, con Aud e Nzd che sono scese contro dollaro di circa 120 pips ossia del 2%.
Mentre negli Usa proseguono le pubblicazioni delle trimestrali, sul fronte macro si attendono i dati sull’inflazione inglese, giapponese, canadese e neozelandese. Per il resto usciranno i dati sul Pil Cinese, insieme alla produzione industriale e vendite al dettaglio. Sui mercati ci aspettiamo ancora volatilità e cambiamenti repentini delle price action.
Buona settimana e buon trading.
Saverio Berlinzani
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