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Wall Street rimbalza, focus su inflazione

Saverio Berlinzani
September 29, 2025

ECONOMIA USA TIENE, WALL STREET ANCHE

 

Wall Street ha chiuso in rialzo venerdì, con gli investitori che hanno reagito positivamente al rapporto sull’inflazione, nonostante la nuova ondata di dazi annunciata dal Presidente Trump e l’indebolimento del sentiment dei consumatori.

 

L’S&P 500 è salito dello 0,6%, il Nasdaq 100 dello 0,4% e il Dow Jones dello 0,65%, interrompendo una serie di tre sedute negative consecutive.

 

L’indice PCE di agosto, considerato dalla Fed come il vero indicatore dell’inflazione, ha mostrato un incremento del 2,9% su base annua nel dato core, rafforzando le aspettative di due tagli dei tassi di un quarto di punto nelle prossime riunioni.

 

Boeing (+3,6%) e le principali banche hanno contribuito al rialzo degli indici. Anche le notizie aziendali, come il balzo dell’8,4% di Global Foundries grazie alle normative pianificate per la produzione di chip negli Stati Uniti, hanno fornito ulteriore supporto.

 

Allo stesso tempo, i nuovi dazi su prodotti farmaceutici, autocarri pesanti e mobili introdotti da Trump hanno aumentato l’incertezza, insieme alle preoccupazioni per un possibile blocco delle attività governative.

 

Nel bilancio settimanale, l’S&P 500 ha perso lo 0,3%, il Nasdaq è sceso dello 0,7%, mentre il Dow Jones è rimasto invariato.

 

VALUTE

 

Il dollaro torna a perdere quota, pur rimanendo sopra i supporti chiave di medio termine.

 

L’euro è tornato sopra 1,1700, con un rimbalzo di 70 pips dai minimi della scorsa settimana. Anche il Cable ha recuperato da 1,3320 fino ad area 1,3410.

 

USD/JPY ha ripiegato meno, con una correzione di circa 50 pips, mentre le valute oceaniche mostrano ancora debolezza.

 

Fare previsioni resta difficile in un contesto complesso, tra tensioni geopolitiche, incertezze commerciali e dati macroeconomici divergenti tra i vari Paesi, che alimentano instabilità e decorrelazione nei rapporti di cambio.

 

DATI USA

 

La spesa personale negli Stati Uniti è aumentata dello 0,6% rispetto al mese precedente, raggiungendo i 21.112 miliardi di dollari ad agosto 2025. Il dato supera lo 0,5% di luglio e le attese di mercato.

 

Si tratta dell’aumento più significativo degli ultimi cinque mesi, segnale di una certa resilienza dell’economia statunitense, nonostante l’incertezza economica e gli elevati costi di finanziamento.

 

La spesa per beni non durevoli è rimbalzata (+0,8% contro 0,0% di luglio), mentre quella per i servizi è cresciuta stabilmente (+0,5%). I consumi per beni durevoli, invece, hanno rallentato (+0,8% contro +1,7%).

 

USA, PCE SOLIDO

 

L’indice dei prezzi PCE è salito dello 0,3% su base mensile ad agosto 2025, dopo un +0,2% a luglio, in linea con le attese.

 

I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,1%, rimbalzando dal calo dello 0,1% del mese precedente. I costi dei servizi sono cresciuti dello 0,3%, come a luglio.

 

Il PCE core è aumentato dello 0,2%, in linea con la revisione di luglio e con le previsioni. I prezzi alimentari sono saliti dello 0,5%, dopo un calo dello 0,1%, e anche i costi energetici sono rimbalzati.

 

Su base annua, l’inflazione PCE complessiva è accelerata al 2,7%, il livello più alto degli ultimi sei mesi. L’inflazione PCE core è rimasta stabile al 2,9%. Entrambi i dati sono in linea con le attese.

 

EUROZONA, INFLAZIONE IN RIPRESA

 

Le aspettative di inflazione al consumo nell’Eurozona sono salite al 2,8% ad agosto 2025, il livello più alto degli ultimi tre mesi, rispetto al 2,6% di luglio.

 

Le aspettative a tre anni sono rimaste stabili al 2,5%, mentre quelle a cinque anni sono aumentate al 2,2%, massimo da agosto 2022.

 

SETTIMANA ENTRANTE

 

La settimana che inizia oggi sarà cruciale, con la pubblicazione di nuovi dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti: salari, disoccupazione e crescita salariale influenzeranno il percorso di politica monetaria della Fed fino a fine anno.

 

Tra gli aggiornamenti attesi ci sono il rapporto ADP sull’occupazione, i dati JOLTS e i tagli previsti dal programma Challenger.

 

Gli investitori monitoreranno anche il rischio di una chiusura del governo statunitense all’inizio del nuovo anno fiscale.

 

In Europa, sono attesi nuovi dati sull’inflazione, inclusi quelli sui prezzi al consumo di Turchia e Svizzera.

 

Negli Stati Uniti verranno pubblicati gli indici PMI ISM, in parallelo con i PMI di Cina, Italia, Canada, Brasile, Messico, Corea del Sud e Paesi ASEAN.

 

Sul fronte della politica monetaria, sono attese decisioni sui tassi in Australia e India.

 

Saverio Berlinzani

 

 

 

 

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