L’equity rimbalza
Wall Street ha tentato un rimbalzo nella giornata di ieri, anche se il recupero è apparso per ora limitato. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,1% a 46.139 punti, mentre l’S&P 500 ha registrato un rialzo dello 0,38% a 6.642 punti. Segno positivo anche per il Nasdaq, in aumento dello 0,59% a 22.564 punti.
Si è così arrestato, almeno temporaneamente, il forte sell-off delle sessioni precedenti. Nvidia è salita dell'1,7% in attesa della pubblicazione del report sugli utili dopo la chiusura. La trimestrale ha evidenziato una crescita solida, superiore alle attese, con un fatturato di 57 miliardi di dollari contro i 55,2 previsti dagli analisti.
Le previsioni per il quarto trimestre del 2025 sono ancora più ottimistiche: il giro d’affari dovrebbe raggiungere i 65 miliardi di dollari, rispetto ai 62 miliardi stimati.
Tra gli altri titoli, Meta ha perso l'1,4% dopo aver segnalato difficoltà nell'identificazione e rimozione degli utenti minorenni, in vista del primo divieto australiano sui social media per i minori di 16 anni. Target è rimasta pressoché invariata a seguito di un calo delle vendite trimestrali e di un declassamento delle previsioni sugli utili per l'intero anno. Exxon Mobil ha perso oltre il 2%.
Valute, JPY in difficoltà
Lo yen continua a indebolirsi, scendendo fino a 157,65 per dollaro, ai minimi degli ultimi dieci mesi. Il mercato si prepara all'annuncio del pacchetto di stimoli del Primo Ministro Sanae Takaichi, che dovrebbe superare i 20.000 miliardi di yen (circa 127 miliardi di dollari).
Il piano di spesa ha sollevato preoccupazioni sulla salute fiscale del Giappone, alimentando un’operazione di “Sell Japan” che ha spinto al ribasso yen e obbligazioni, mentre le azioni hanno tenuto grazie ai solidi utili di Nvidia.
Mercoledì, lo yen si è ulteriormente deprezzato dopo che il Ministro delle Finanze Satsuki Katayama ha dichiarato che non c'era stata alcuna discussione specifica sul valore della valuta durante l’incontro con il Governatore della BoJ, Kazuo Ueda.
Gli operatori ipotizzano che le autorità potrebbero intervenire se lo yen si avvicinasse a quota 160 per dollaro, in linea con i precedenti livelli di intervento. Ulteriori pressioni derivano dalla forza del dollaro, sostenuta dalle dichiarazioni di funzionari Fed che ritengono improbabile un taglio dei tassi a dicembre.
Verbali del FOMC
Non c’è unanimità all’interno del board della Fed sui tassi di interesse. Alcuni membri si sono espressi a favore di un taglio nella riunione di ottobre, mentre altri hanno votato per mantenerli invariati.
Nel discutere la politica monetaria, i partecipanti hanno espresso opinioni divergenti sulla decisione più appropriata per dicembre. La maggior parte ritiene che ulteriori aggiustamenti al ribasso siano giustificati, sebbene molti abbiano sottolineato che un taglio di 25 punti base potrebbe non essere opportuno a dicembre, ma forse più avanti.
Attualmente i fondi federali sono nell’intervallo 3,75%-4,00%, dopo il taglio effettuato a ottobre.
USA, migliora la bilancia commerciale
Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ridotto a 59,6 miliardi di dollari ad agosto 2025, rispetto ai 78,2 miliardi di luglio e alle previsioni di 61 miliardi.
Le importazioni sono crollate del 5,1%, attestandosi a 340,4 miliardi di dollari, trainate da un calo di 9,3 miliardi dell'oro non monetario. Altri cali hanno riguardato alimentari, accessori per computer, apparecchiature per telecomunicazioni, gioielli e trasporti.
Le esportazioni sono aumentate dello 0,1%, a 280,8 miliardi di dollari, sostenute da computer, petrolio greggio, viaggi, servizi di manutenzione e riparazione e oneri per l'uso della proprietà intellettuale.
Tra i principali partner commerciali, il deficit con la Cina si è leggermente ampliato, quello con il Messico è rimasto invariato, mentre i divari con Vietnam, Taiwan e UE sono diminuiti.
UK, scende l’inflazione
Il tasso di inflazione annuo del Regno Unito è sceso al 3,6% in ottobre 2025, il livello più basso degli ultimi quattro mesi, rispetto al 3,8% dei tre mesi precedenti. Il dato è in linea con le aspettative della BoE e degli analisti.
I prezzi hanno rallentato per abitazioni e servizi di pubblica utilità, in particolare gas ed elettricità. Aumenti più contenuti si sono registrati anche per ristoranti, hotel, servizi, abbigliamento e calzature.
Rispetto al mese precedente, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4%, dopo la lettura stabile di settembre. L’inflazione core annua è scesa al 3,4%, minimo degli ultimi sei mesi.
Saverio Berlinzani
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