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Wall Street resiste, ma l’AI affonda

Saverio Berlinzani
November 10, 2025

Attesa per il crollo di Wall Street, ma…

 

Venerdì, dopo un'apertura in netto ribasso, la Borsa americana si è ripresa dalle perdite iniziali, chiudendo per lo più in rialzo. A sostenere i mercati sono state le speranze che i membri del Congresso stessero facendo progressi verso un accordo per evitare lo shutdown.

 

L'S&P 500 e il Dow Jones hanno chiuso in rialzo dello 0,3%, mentre il Nasdaq, fortemente orientato al settore tecnologico, ha terminato vicino alla parità, con i titoli legati all’intelligenza artificiale ancora sotto pressione.

 

I repubblicani del Senato hanno respinto l’offerta dei democratici, ma le speranze di un accordo imminente hanno ridotto l’avversione al rischio prima della chiusura dei mercati.

 

Sul fronte macroeconomico, si segnala il dato sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, che a novembre ha registrato il secondo peggior valore mai rilevato.

 

I settori difensivo e dell’energia hanno guidato i guadagni, con Exxon Mobil, T-Mobile e Coca-Cola in rialzo di oltre il 2%.

 

Permangono invece i timori per valutazioni eccessive nel comparto AI, che continuano a pesare sul settore tecnologico: Tesla ha perso il 4%, mentre Meta e Oracle sono scese del 2%.

 

Valute

 

Sul mercato dei cambi, il dollaro ha perso terreno contro l’euro, con un test di 1,1590 dopo i minimi di inizio novembre a 1,1467. Il Cable ha recuperato più decisamente, risalendo a 1,3170 dai minimi di 1,3007.

 

L’EUR/GBP, dopo aver testato l’area 0,8830, è sceso verso i supporti di 0,8785, con possibilità di breakout ribassista e obiettivi a 0,8760.

 

In piena decorrelazione, il dollaro ha guadagnato terreno contro lo yen, salendo dai minimi di 152,90 fino all’area 153,45. Il trend resta ben definito e rialzista, anche dopo le recenti correzioni.

 

Le valute oceaniche restano sotto pressione, penalizzate anche dai dati deludenti provenienti dalla Cina. L’AUD/USD è rimasto sotto la prima resistenza chiave di 0,6515, mentre il NZD/USD si mantiene vicino ai minimi di 0,5606.

 

Fiducia dei consumatori

 

L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è sceso a 50,3 a novembre, in calo rispetto al 53,6 di ottobre e al di sotto delle attese (53,2). Si tratta del secondo minimo storico, appena sopra il livello toccato a giugno 2022.

 

Il calo riflette le crescenti preoccupazioni per le possibili ricadute economiche del più lungo shutdown governativo della storia degli Stati Uniti.

 

L’indice delle condizioni economiche attuali è sceso al minimo storico di 52,3, mentre quello delle aspettative è scivolato a 49,0, minimo degli ultimi sei mesi, con un calo dell’11% nelle aspettative aziendali per l’anno a venire.

 

Le aspettative di inflazione sono risultate contrastanti: l’inflazione attesa a un anno è salita al 4,7% (dal 4,6%), mentre quella a lungo termine è scesa al 3,6% (dal 3,9%).

 

Sale l’inflazione in Cina

 

I prezzi al consumo in Cina sono aumentati dello 0,2% su base annua a ottobre 2025, battendo le attese di stabilità e recuperando dal calo dello 0,3% del mese precedente.

 

È il primo aumento dell’inflazione al consumo da giugno e il dato più alto da gennaio. L’inflazione non alimentare ha accelerato (0,9% contro 0,7% di settembre), sostenuta da una domanda interna in crescita.

 

I prezzi sono aumentati nei settori abitativo, abbigliamento, sanità e istruzione. I prezzi alimentari hanno registrato il calo più contenuto degli ultimi tre mesi.

 

L’inflazione core (esclusi alimentari ed energia) è salita all’1,2% annuo, il livello più alto da 20 mesi, dopo l’1,0% di settembre. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2%, il massimo degli ultimi tre mesi.

 

Settimana entrante

 

Il blocco del governo statunitense, il più lungo della storia, continuerà probabilmente a sospendere la pubblicazione di molti dati economici ufficiali. L’attenzione si sposterà quindi sui dati del settore privato, come le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e l’indice NFIB sull’ottimismo delle piccole imprese.

 

In Europa è atteso il dato sul PIL, mentre nel Regno Unito verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro. Focus anche sulla produzione industriale di Regno Unito e zona euro.


In Asia, attesa per i dati su produzione industriale e vendite al dettaglio in Cina. Il Giappone pubblicherà le nuove stime del PIL.

 

Infine, prosegue la stagione delle trimestrali: negli Stati Uniti si attendono i risultati di Cisco, Disney e Applied Materials. A livello globale, riflettori puntati su Tencent, Alibaba, SoftBank, Sony, Siemens, Munich Re e Allianz.

 

Saverio Berlinzani

 

 

 

 

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