WALL STREET PERDE MOMENTUM
Wall Street ha chiuso ieri in ribasso per la terza seduta consecutiva. L’S&P 500 ha perso lo 0,76%, il Nasdaq l’1,07% e il Dow Jones lo 0,28%.
Dopo le dichiarazioni di Jerome Powell, che ha sottolineato come i prezzi azionari siano elevati, il mercato ha perso slancio. Gli operatori attendono ora le prossime mosse della Fed per valutare un eventuale rientro nel trend rialzista.
I dati macroeconomici pubblicati ieri indicano una persistente resilienza dell’economia e del mercato del lavoro statunitensi. Il PIL del secondo trimestre è cresciuto del 3,8%, in aumento rispetto al 3,3% precedente.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese ai minimi da luglio. Gli ordini di beni durevoli sono aumentati inaspettatamente, mentre il divario commerciale si è ridotto più del previsto.
Il settore tecnologico è rimasto sotto pressione, insieme ai servizi di comunicazione e ai beni di consumo discrezionali. Al contrario, il comparto energetico ha sovraperformato.
Tesla ha perso il 3,4% a causa dei deludenti dati di vendita di agosto. Oracle è crollata di oltre il 6%. Anche Nvidia (-1,9%), Alphabet (-2,1%) e AMD (-2,9%) hanno registrato forti cali.
VALUTE
Il dollaro ha recuperato terreno, spingendo euro, sterlina, yen e valute oceaniche verso i primi supporti chiave: 1,1650 per EUR/USD, 1,3320 per GBP/USD e 150,00 per USD/JPY.
Per ora si tratta di correzioni all’interno di un trend rialzista più ampio. Tuttavia, un’accelerazione del momentum favorevole al dollaro potrebbe mettere a rischio questi livelli.
Le tensioni geopolitiche mantengono il franco svizzero vicino alle resistenze di medio periodo. EUR/CHF resta stabile a 0,9330, mentre USD/CHF rimane sotto quota 0,8000.
La sensazione è che, in caso di aumento del risk-off, i movimenti finora osservati possano amplificarsi con forte volatilità.
USA, BENI DUREVOLI
Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati del 2,9% su base mensile, raggiungendo i 312,1 miliardi di dollari ad agosto 2025. Il dato ha invertito il calo rivisto del 2,7% di luglio e ha superato le stime di mercato, che prevedevano una flessione dello 0,5%.
Parte dell’aumento potrebbe riflettere l’incremento dei prezzi più che dei volumi, a causa dei dazi sui beni importati che hanno aumentato i costi di produzione.
È il primo aumento degli ordini in tre mesi, trainato dai mezzi di trasporto, in particolare velivoli e componenti per la difesa e per uso commerciale.
I nuovi ordini sono saliti dello 0,4% escludendo i trasporti e dell’1,9% escludendo la difesa.
USA, PIL RIVISTO AL RIALZO
L’economia statunitense è cresciuta del 3,8% su base annua nel secondo trimestre del 2025, superando la seconda stima del 3,3%. Si tratta della performance più solida dal terzo trimestre del 2023.
Il dato riflette una revisione al rialzo della spesa al consumo. Il PCE è aumentato del 2,5%, trainato da una crescita più ampia nei servizi, mentre la spesa per beni è rimasta robusta.
Anche gli investimenti sono stati rivisti al rialzo, inclusi attrezzature e prodotti di proprietà intellettuale. I consumi pubblici si sono contratti leggermente meno del previsto.
Il contributo del commercio netto è stato rivisto al ribasso, con esportazioni in calo e importazioni diminuite del 29,3%.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 14.000 unità rispetto alla settimana precedente, attestandosi a 218.000 nella terza settimana di settembre. Il dato è ben al di sotto delle previsioni di 235.000 ed è il più basso degli ultimi due mesi.
Le richieste continuative sono scese a 1.926.000 nella seconda settimana del mese, il livello più basso da fine maggio.
Questi risultati contrastano con le recenti preoccupazioni per un deterioramento del mercato del lavoro, alimentate da dati occupazionali pessimisti che avevano spinto la Fed a riavviare il ciclo di tagli nonostante l’inflazione elevata.
ASIA, BORSE GIÙ
I mercati asiatici sono crollati venerdì, dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre nuove tariffe a partire da ottobre.
Le misure includono dazi del 100% sui prodotti farmaceutici, del 25% sui camion pesanti e fino al 50% sui mobili.
I listini asiatici hanno seguito la discesa di Wall Street, penalizzati anche dai dati economici statunitensi più forti del previsto, che hanno ridotto le aspettative di tagli significativi dei tassi da parte della Federal Reserve.
Saverio Berlinzani
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