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Analisi di mercato

Wall Street prosegue in positivo

Saverio Berlinzani
May 05, 2025

Venerdì, Wall Street ha fatto registrare una seduta positiva, trainata da trimestrali tutto sommato soddisfacenti e dalla tenuta del mercato del lavoro. Inoltre, ci sono stati segnali positivi sul fronte della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.


L'indice S&P 500 è salito di quasi l'1,5%, segnando il suo nono guadagno consecutivo e la sua più lunga serie positiva in due decenni. Il Dow Jones è balzato di 563 punti, estendendo il suo rally per la nona sessione consecutiva, mentre il Nasdaq è salito dell'1,5%.


Le buste paga non agricole di aprile sono aumentate di 177.000 unità, superando le aspettative, anche se il dato precedente è stato decisamente rivisto al ribasso. Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dall'apertura di Pechino alla ripresa dei negoziati commerciali, subordinata alla riduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti.


Tuttavia, i risultati degli utili sono rimasti contrastanti: le azioni Apple sono scese del 3,7% dopo aver annunciato un impatto sui dazi di 900 milioni di dollari, mentre Amazon ha perso leggermente lo 0,1% dopo aver fornito indicazioni caute. Exxon Mobil è salita dello 0,4% e Chevron dell'1,7% dopo la pubblicazione dei risultati.


Nel corso della settimana, l'S&P 500 è salito del 2,3%, il Dow Jones del 2,5% e il Nasdaq del 2,7%.


VALUTE


Sui cambi, c'è stata ancora alternanza tra risk on e risk off in una settimana poco significativa sul fronte delle price action, con un trading range che ha caratterizzato i movimenti dei principali rapporti di cambio. Il mercato è stato quasi perfettamente dollaro centrico e le correlazioni hanno evidenziato pochi movimenti volatili tra i cross.


EurUsd è a ridosso dei supporti chiave di 1.1290 e 1.1260, mentre il Cable rimane sopra 1.3230. Il franco svizzero è sempre forte contro euro e dollaro, poiché l’incertezza a livello macro rimane, specie per la questione dei dazi ancora aperta e le difficoltà nell’organizzare una tregua stabile tra Russia e Ucraina sul fronte geopolitico.


Serve un trigger che riporti volatilità, in un periodo nel quale Trump sembra rilasciare meno dichiarazioni roboanti. Jpy si indebolisce con il recupero generalizzato del dollaro contro le principali valute.


Nel medio termine, siamo ancora dell’idea che l’indebolimento del dollaro si renda necessario per molteplici ragioni, che vanno dal rallentamento economico alla necessità di ridurre il deficit commerciale. Nel breve, il dollaro potrebbe correggere qualche punto percentuale, in ragione del delta tasso che pesa sulle altre valute.



DATI MERCATO DEL LAVORO USA


La scorsa settimana, e non succedeva da tempo immemore, tutti i dati sul mercato del lavoro USA pubblicati, ad eccezione dei Nfp di venerdì, avevano evidenziato un significativo peggioramento in tutte le sue componenti più importanti.


Martedì, i Jolts Openings, ovvero i posti vacanti nelle aree industriali e commerciali americane, erano diminuiti di 288.000 unità, attestandosi a 7,192 milioni a marzo 2025, il livello più basso degli ultimi sei mesi e ben al di sotto delle aspettative di mercato, che si attestavano a 7,48 milioni.


Il giorno successivo, gli Adp, ovvero il rapporto sul mercato del lavoro del settore privato non agricolo, avevano aggiunto 62.000 lavoratori ai propri stipendi nell'aprile 2025, meno della metà dei 147.000 stipendi rivisti al ribasso del mese precedente e ben al di sotto delle aspettative di mercato di 115.000. Si è trattato dell'aumento più contenuto da luglio dello scorso anno, a sottolineare l'impatto dei dazi imposti dal governo statunitense sull'assunzione di nuova manodopera da parte delle imprese.


Giovedì, poi, sono usciti i Challenger layoffs e i jobless claims, ovvero i licenziamenti e i disoccupati settimanali, che sono aumentati rispetto ai dati precedenti, in un quadro che ha confermato come le preoccupazioni e l’incertezza che si sono manifestate sui mercati dall’arrivo del Presidente Trump abbiano cominciato a contagiare anche l’economia reale.


A conferma di questo, la prima rilevazione del Pil USA del primo trimestre ha evidenziato una contrazione dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, segnando il primo calo dal primo trimestre del 2022. Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto alla crescita del 2,4% del trimestre precedente e decisamente inferiore anche alle aspettative di mercato, che si attestavano sullo 0,3%.


Se poi consideriamo che l’inflazione è rimasta su livelli sostenuti, il che impedisce alla Fed di tagliare i tassi, si può comprendere come il rischio recessione, unito a inflazione ancora da abbattere, rappresenti un pericolo significativo per l’economia USA.


Non dimentichiamo che anche il dato di venerdì sui Nfp, benché superiore alle attese di 39 mila unità (177 mila contro 130 mila), a leggerlo nel dettaglio, non pare così eclatante, specie alla luce del fatto che il dato precedente è stato rivisto al ribasso di 43 mila unità da 228 mila a 185 mila. Inoltre, i salari orari sono saliti meno del previsto e la disoccupazione è rimasta al 4,2%.


EURO, INFLAZIONE STABILE


L'inflazione dei prezzi al consumo nell'area dell'euro è rimasta stabile al 2,2% ad aprile 2025, superando leggermente le aspettative del mercato del 2,1% e attestandosi appena al di sopra dell'obiettivo intermedio del 2,0% fissato dalla Banca Centrale Europea.


Un calo più marcato dei prezzi dell'energia (-3,5% contro -1,0% a marzo) è stato compensato da un'inflazione più rapida nei servizi (3,9% contro 3,5%), negli alimentari, alcolici e tabacco (3,0% contro 2,9%). I prezzi dei beni industriali sono aumentati dello 0,6%, invariati rispetto a marzo.


Nel frattempo, l'inflazione core, che esclude alimentari ed energia, è salita al 2,7%, in rialzo rispetto al minimo triennale del 2,4% di marzo e al di sopra delle previsioni del 2,5%. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,6% ad aprile, in linea con l'aumento di marzo.


LA SETTIMANA ENTRANTE


L'attenzione del mercato si concentrerà sui potenziali negoziati sui dazi tra Stati Uniti e Cina, sulla decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve e sulle successive dichiarazioni dei funzionari della Fed, insieme a una serie di relazioni sugli utili del primo trimestre.


Inoltre, tra i dati chiave pubblicati figurano l'ISM Services PMI e i dati sul commercio estero. A livello globale, sono attese decisioni sui tassi di interesse da Regno Unito, Brasile, Polonia e Norvegia, insieme alla pubblicazione dei dati sull'inflazione in Svizzera, Turchia, Messico e Brasile.


Il Canada pubblicherà il suo rapporto sul mercato del lavoro insieme ai dati sulla bilancia commerciale, con ulteriori dati commerciali attesi da Canada, Francia, Germania, Brasile e Cina. Nel frattempo, la Germania pubblicherà i dati sugli ordini alle fabbriche e sulla produzione industriale, mentre la Cina riferirà sul PMI dei servizi e sui nuovi prestiti in yuan.


Buona settimana!


Saverio Berlinzani





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