Wall Street vive un’altra seduta positiva, con chiusure sopra l’1%, guidato dal Nasdaq (+2.5%), e con l’S&P a +1.67%, mentre il Dow Jones ha messo a segno un +1.07%. Va detto però che, a mitigarne il rialzo, ci ha pensato ancora una volta Trump, che si sarebbe rifiutato di rimuovere unilateralmente i dazi alla Cina, come invece aveva ipotizzato il Segretario al Tesoro Scott Bessent, sollevando dubbi sulla semplicità di una soluzione a breve termine.
In ogni caso, le porte restano aperte per una trattativa che, seppur lenta e difficile, alla fine porterà i due giganti a negoziare e a risolvere il problema secondo ciò che parrebbe più logico, ovvero meno dazi per tutti.
EURO SUI SUPPORTI CHIAVE
Scende la moneta unica con possibili target di breve che sono posizionati a 1.1250-60, mentre il prezzo attuale naviga intorno a 1.1330, in ogni caso 240 pips sopra i massimi visti due giorni orsono, in una discesa impulsiva e interessante dal punto di vista tecnico, pur essendoci ancora importanti spazi di discesa. Scende anche il Cable, di circa 50 pips, con l’EurGbp non lontano dai primi supporti chiave di medio termine a 0.8465-75 area.
Risale il UsdJpy che dai minimi di 139.85 ha recuperato 143.40, ovvero il 2.5% in poco più di 24 ore e puntando decisamente verso 144.40-50, primo target sensibile. Anche il UsdCad recupera, quasi 1.3900, dopo aver toccato un minimo a 1.3785, con obiettivi a 1.4020. Oceaniche che hanno ripiegato meno e i cross risk on risk off come EurAud ed EurNzd che hanno perso quota tornando verso livelli di supporto interessanti, come 1.7760 e 1.9000. Ma lo spazio risk on è ancora tanto.
PMI EUROZONA
L'indice PMI composito dell'Eurozona è sceso a 50,1 ad aprile 2025, rispetto a 50,9 del mese precedente, leggermente al di sotto delle aspettative di mercato di 50,3, ma facendo registrare, finalmente, quattro mesi consecutivi di stabilizzazione dell'attività del settore privato. Le imprese hanno comunque fatto registrare un calo dell'attività nei servizi (49,7 contro 51 a marzo) e una contrazione dell'attività manifatturiera (48,7 contro 48,6), sebbene la più lenta in 27 mesi.
Le imprese sono ancora in difficoltà per il calo dei nuovi ordinativi, registrati in entrambi i settori, che segue sviluppi simili in altre importanti economie a livello globale, poiché le minacce tariffarie degli Stati Uniti hanno spinto le aziende a cercare nuove linee di approvvigionamento. Guardando al futuro, l'incertezza sulla politica commerciale globale ha abbassato la fiducia al minimo da oltre due anni.
ORO CHE TONFO!
Martedì, il prezzo dell’Oro è crollato di ben 220 dollari in poco più di 24 ore, dopo aver toccato il record di 3.500 dollari nella sessione precedente, in contrasto con il rally di altri asset finanziari denominati in dollari, che hanno beneficiato delle aspettative di una de-escalation nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il presidente degli Stati Uniti Trump ha dichiarato che i dazi non rimarranno al loro attuale livello elevato e ha respinto l’idea di voler licenziare Jerome Powell.
La possibilità di un ritorno dell’appetito al rischio ha attenuato i timori che le barriere commerciali e l'imprevedibilità della politica economica potessero minacciare l’economia globale, e ha spinto gli investitori a tornare ad acquistare asset denominati in dollari, vendendo per contro beni rifugio come l’oro.
Saverio Berlinzani
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