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Il dollaro USA ha toccato il massimo degli ultimi tre mesi durante le prime contrattazioni di mercoledì, in ragione del fatto che gli investitori hanno iniziato a scontare un ulteriore aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e un tasso terminale più alto di quanto previsto in precedenza.
L'impennata della domanda di dollari ha seguito la testimonianza di Jerome Powell al Congresso degli Stati Uniti. Il presidente della Fed ha individuato come fattori chiave l'inflazione persistente e la resilienza dell'economia statunitense, segnalando il fatto che gli aumenti dei tassi di interesse saranno probabilmente più significativi e raggiungeranno livelli più elevati di quanto previsto nel recente passato.
I mercati hanno reagito prezzando un rialzo dei tassi di 50 punti base a marzo, invece dei 25 bp ipotizzati in precedenza, con i rendimenti dei titoli del Tesoro a 2 e 10 anni in aumento, raggiungendo livelli mai visti da più di un decennio. La posizione marcatamente aggressiva assunta da Powell ha contraddetto le indicazioni fornite dalla banca centrale all'inizio dell'anno e sembra aver spaventato i mercati, creando volatilità nel sistema finanziario e aumentando ancora una volta la probabilità di una recessione.
Più tardi oggi Powell avrà un secondo round della sua testimonianza davanti ai legislatori, con gli investitori che seguiranno da vicino lo svolgersi degli eventi; se il presidente della Fed dovesse ripetere il messaggio da falco, sarà probabile un'ulteriore volatilità del mercato, che potrebbe innescare ulteriori aumenti dei rendimenti dei Treasury e la forza del dollaro.
Ricardo Evangelista – Analista Senior, ActivTrades
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