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Analisi di mercato

Tassi: nuovi aumenti in vista

Saverio Berlinzani
July 03, 2023


TASSI DI INTERESSE E DATI MACRO

Nell’ultima settimana del mese di giugno si è avuta la conferma che le banche centrali proseguiranno con le loro politiche restrittive, volte a favorire una discesa del livello di inflazione. Negli Stati Uniti i dati macroeconomici hanno evidenziato una dinamica sorprendente a conferma che l’atteggiamento della Fed ha una sua logica. Il settore immobiliare e quello dei beni durevoli hanno infatti evidenziato una rinnovata vitalità e forza, a dimostrazione di quanto l’economia stia assorbendo in modo positivo il persistente rialzo dei tassi. Ma è chiaro che solo nel tempo emergeranno le conseguenze di tassi persistentemente alti. 


Powell ha confermato che serviranno ulteriori aumenti del costo del denaro e che l’inflazione rientrerà solo nel 2025. Quindi c’è attesa per un prossimo rialzo a luglio e un ulteriore incremento a novembre. Anche la revisione del PIL del primo trimestre è stata rivisto al rialzo al 2%, così come si è confermata in crescita la fiducia dei consumatori a 109.70. In Europa, nonostante una narrazione analoga sui tassi di interesse, la congiuntura economica non pare altrettanto resiliente, con i PMI di giugno che sono calati ovunque, soprattutto quelli del settore manifatturiero. 


Va ricordato che non tutta l’Europa è in calo, con Spagna, Italia e Francia in crescita mentre la Germania è in recessione tecnica. Per quanto riguarda le altre aree, va detto che l’Asia ancora vede una Cina in ripartenza lenta, con i mercati azionari che a giugno hanno chiuso con un guadagno del 2.07% mentre negli USA i tre indici Dow Jones, S&P500 e Nasdaq hanno realizzato rispettivamente il 3.11%, il 4.54% e il 4.74%. In Europa la performance migliore è stata del FTSE Mib (+4.93%) mentre il peggiore è risultato il FTSE 100 inglese con un -2.04%.


VALUTE

Sul mercato dei cambi il mese di giugno è stato caratterizzato da movimenti ridotti dei cambi originali, con un EurUsd all’interno di un trading range di 360 pips tra 1.0660 e 1.1012. Il Cable ha fatto altrettanto, con la sterlina che ha evidenziato maggiore resilienza rispetto all’Euro, ed è salito fino a 1.2850 prima di chiudere attorno a 1.27. Questa dimostrazione di forza è spiegabile con l’atteggiamento aggressivo della BoE sui tassi, considerato che l’inflazione in UK è ancora intorno all’8.7% e il Governatore Bailey si è detto deciso nel proseguire con il rialzo del costo del denaro. 


Il tasso di cambio che si è mosso maggiormente è stato il UsdJpy che dai minimi di 138.437 è salito oltre 670 pips fino a 145.07, ovvero il 4.5% circa, per effetto di una BoJ accomodante sui tassi e incapace, per ora, di frenare la discesa dello Jpy. Veniamo alle valute oceaniche con AudUsd che, dopo aver toccato un minimo a 0.6485 è risalito fino a 0,69, anche per il rialzo a sorpresa dei tassi, per poi chiudere a 0.6660. Nel medio-lungo termine Aud sembrerebbe ben impostato per un rafforzamento più importante. Il dollaro canadese ha recuperato il 3.5% sul biglietto verde, circa 470 pips, con un test dei supporti chiave a 1.3120. La sensazione è che il dollaro nordamericano abbia ancora spazio di rivalutazione. 


PROSSIMI DATI MACRO

Il dato più importante della settimana è quello di venerdì relativo ai Non Farm Payroll. A inizio settimana è prevista la pubblicazione dei PMI cinese e americano, entrambi attesi in calo, e la riunione della RBA che deciderà sui tassi di interesse, con un probabile ulteriore rialzo dei tassi. Sempre in settimana c’è attesa anche per i Pmi dei servizi in Cina, Giappone, Paesi europei e Uk. Mercoledì occhi puntati sull’Adp americano e i jolts openings. Tanta carne al fuoco quindi.


Attenzione perché stiamo entrando nel periodo estivo, che solitamente porta ad un leggero calo dei volumi, e visto che le incertezze sono molteplici proprio la bassa liquidità potrebbe favorire un aumento impulsivo delle price action. 

Buon trading e buona settimana.

  

Saverio Berlinzani






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