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Analisi di mercato

Chiusura del primo trimestre

Saverio Berlinzani
April 03, 2023


Si è chiuso il primo trimestre del 2023, un periodo caratterizzato da forte incertezza, per via di molte questioni che rimangono ancora irrisolte. La questione geopolitica in primis, con la guerra orami infinita tra Russia e Ucraina, talmente estenuante che ormai, almeno da parte dei mercati, sembra quasi essere stata dimenticata, ma che in realtà è presente con tutte le sue devastanti implicazioni a livello politico, sociale ed economico.

 

Poi c’è la questione inflazione che ormai ci assilla da quasi due anni e che continua a obbligare le banche centrali ad alzare il costo del denaro, sebbene sia un’inflazione esogena e solo in parte dovuta all’aumento dei prezzi, dapprima provocato dalle strozzature dell’offerta che hanno bloccato la catena di distribuzione (supply chain) generata dal lockdown cinese e in seguito dalle sanzioni e al blocco dell’import di gas e di petrolio dalla Russia che hanno provocato una sostanziale riduzione dell’offerta a livello globale. La conseguenza è stato un aumento dei prezzi che poi si è trasferito su tutta la filiera delle produzioni fino ad arrivare ai consumi. Tutto ciò rischia di provocare una recessione che ancora non si vede nei principali aggregati ma che in realtà è latente e cova sotto la cenere. 


Non dobbiamo dimenticare che questo trimestre ha visto anche la crisi del sistema bancario regionale Usa che, sebbene per ora sia stato tamponato con l’intervento risolutore delle banche centrali, ha rischiato di creare il panico tra gli investitori. E poi, per ultima, la crisi del Credit Suisse, che qualcuno ha voluto definire come una conseguenza della crisi delle banche regionali Usa ma che forse risaliva a questioni legate a problematiche che l’istituto elvetico si portava dietro da anni, e che hanno portato al take over da parte di Ubs. L’effetto contagio, per ora, non si è visto, ma vi sono dei segnali (come l’andamento di Deutsche Bank in borsa) che potrebbero farlo ritornare di moda. 


Insomma, sono stati tre mesi di fuoco che però, a ben vedere, non hanno generato caos sui mercati che, a nostro avviso, hanno dimostrato una maturità non comune. Sono stati infatti capaci di restare tutto sommato in equilibrio, instabile e fragile quanto volete ma comunque equilibrio. I mercati azionari, in passato, di fronte a tante e tali incertezze, sarebbero crollati, mentre oggi hanno tenuto, grazie anche all’intervento delle autorità monetarie. E qui subentra ovviamente quella questione che da anni si va ripetendo continuamente, ovvero quella dell’azzardo morale che molti si auguravano che si fosse concluso con il 2009 e il salvataggio degli istituti “too big to fail”, ed invece è stato riproposto con 14 anni di Qe e con il sostegno alle banche a rischio fallimento.


Non rivedremo mai più dei mercati “normali” oppure questo è l’unico modo per andare avanti? E tutto quanto abbiamo segnalato, avrà degli effetti sulla domanda aggregata? Vi saranno implicazioni sulla crescita e quindi un eventuale ritorno della recessione? Le indicazioni che arrivano dai principali aggregati fanno propendere per un inevitabile rallentamento economico, ma un conto è se sarà soft, un altro è se arriverà un hard landing. 


ATTENZIONE AL DOLLARO

Sulle valute ci sono state delle oscillazioni significative di breve termine ma poco erratiche a livello di trend di medio termine. Nel frattempo, sono arrivate delle notizie che stanno iniziando a spostare gli equilibri globali valutari. Da mesi, infatti, si parla di una possibile dedollarizzazione a livello globale e ci sono sempre di più segnali che vanno in questa direzione. I Ministri delle finanze e le banche centrali dell’Asean (un’organizzazione politica, economica e culturale del sud est asiatico) stanno prendendo in considerazione l’idea di abbandonare il dollaro, l’euro, la sterlina e lo yen per passare a degli accordi in valuta locale. 


Allo stesso modo, il Governo brasiliano ha annunciato di aver trovato un accordo con Pechino per adottare le valute locali senza passare dal dollaro nei relativi scambi commerciali. Un’altra notizia degna di nota è quella che riguarda la compagnia petrolifera cinese Cnooc che ha completato il primo scambio di Gnl con la francese Total in Yuan. L’internazionalizzazione dello Yuan è nell’interesse della Cina e sta lentamente ma costantemente prendendo forma. Oggi è la quinta valuta di pagamento al mondo e rappresenta solo il 7% degli scambi in valuta estera ma è destinata inevitabilmente a salire di quota. La Russia per esempio, in seguito alle sanzioni dell’occidente, ha abbracciato lo Yuan nella vendita alla Cina di petrolio e gas. 


DATI SETTIMANALI

Lunedì è prevista l’uscita del Tankan, il dato che misura lo stato di salute delle grandi società manifatturiere giapponesi, un’indicazione importante dello stato di salute dell’export ed è previsto in ripresa. Sono attesi anche i Pmi Caixin cinese e le vendite al dettaglio australiane. In mattinata poi, durante la sessione europea, verranno diffusi i dati sui Pmi manifatturieri relativi all’Eurozona. Nel pomeriggio arriveranno gli stessi dati relativi al Canada e agli Usa. Martedì sono attesi i Pmi del settore servizi e composite per Eurozona, Uk e Us. Venerdì, invece, ci saranno i Non Farm Payrolls, attesi a 250.000. Sarà quindi una settimana molto importante, dove usciranno molti dati considerati market mover. E noi ci faremo trovare pronti. 

Buon trading e buona settimana. 

  

Saverio Berlinzani






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