Quella di ieri è stata una giornata all’insegna del recupero dei mercati, trascinati al rialzo dalla discesa dei rendimenti dei titoli di stato americani, in seguito al commento rilasciato da Bostic, presidente della Fed di Atlanta, secondo il quale la politica monetaria è sufficientemente restrittiva da riportare il tasso di inflazione al 2%.
Non è l’unico commento dovish che abbiamo ascoltato, poiché anche altri funzionari della banca centrale Usa, come Jefferson e Logan, hanno richiamato l’attenzione sugli eccessi relativi ai rendimenti dei titoli di stato Usa, che di fatto già scontano un ulteriore rialzo dei tassi. E così i mercati sono tornati a sorridere, almeno per ora.
L’indice Vix che nei giorni di massima tensione, aveva toccato quasi i 20 punti, è tornato a 16, mentre i rendimenti dei bond hanno perso qualcosa. Wall Street ha chiuso in rialzo, con il DJ a +0.4%, l’S&P a +0.52% e il Nasdaq a +0.58%. E l’Asia questa notte ha fatto altrettanto con i listini di Australia, Giappone, Hong Kong e Cina in ripresa.
VALUTE
Sui cambi il dollaro ha perso qualcosa ma è presto per parlare di una possibile inversione di tendenza. EurUsd poco sopra 1.06, con possibili target di breve in area 1.0670-80, se riuscisse a superare l’area 1.0615-20. Il Cable sembra orientato a rialzo, con target a 1.2350-60, ammesso e non concesso che questi movimenti dipendano dalle notizie che giungono sul fronte macro ma soprattutto geopolitico e di conseguenza possono cambiare da un momento all’altro.
UsdJpy torna sui supporti in area 148.50-60, senza interventi o dichiarazioni della BoJ che possano far pensare ad un maggiore decisionismo delle autorità monetarie di Tokyo. Tutti i cross contro yen ripiegano e torna l’appetito al rischio anche sui cross come EurAud, EurNzd, che scendono sui supporti chiave. Recuperano qualcosa anche le oceaniche contro dollaro, anche se per ora sono solo correzioni con possibili target a 0.6490 per AudUsd e 0.6105 NzdUsd.
Tra le emergenti, segnaliamo EurMxn che corregge e si avvicina ai primi supporti chiave dell’attuale fase di accumulazione, con possibile pullback a quota 18.90. Nel frattempo, il Fondo Monetario ha rilasciato le previsioni di crescita globale per il 2023, attese al 3%, mentre ha tagliato le previsioni per il 2024 al 2.9%. L’inflazione è attesa ancora al rialzo al 6.9% nel 2023 e al 5.8% nel 2024.
A livello delle varie aree, il Fmi ha alzato le previsioni di crescita degli Usa al 2.1% dall’1.8% per il 2023, mentre per l’anno prossimo le aspettative sono per una ripresa dell’1.5% (rispetto ad una stima precedente dell’1%). In calo le previsioni anche per l’economia cinese e per quella europea, anche se non si parla di recessione.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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