Ieri sera ci ha pensato Jerome Powell a movimentare una giornata che, fino a quel punto, era parsa poco rilevante da un punto di vista delle price action. Il presidente della Fed ha infatti dichiarato che serviranno altri rialzi per riportare l’inflazione nel proprio alveo, ovvero intorno al 2%. Ma questo non accadrà prima del 2024. La causa è il mercato del lavoro che, a detta di Powell, è più forte di quanto ci si potesse aspettare. Il processo disinflazionistico è iniziato, ma c’è ancora molta strada da percorrere.
La politica monetaria restrittiva non pare ancora sufficiente a domare completamente il rialzo dei prezzi. Il che significa che il pivot dei tassi non è ancora stato raggiunto. La reazione immediata è stata una discesa del dollaro e dei mercati azionari ma poi, come spesso è successo in questo ultimo periodo, l’appetito al rischio è tornato a dominare, con i listini hanno chiuso in positivo mentre sulle valute il dollaro è rimasto stabile.
La sensazione, comunque, è che si navighi dentro i trading range degli ultimi giorni, con qualche colpo di coda ma senza movimenti significativi. Saranno ovviamente i dati a farla da padrone e questa settimana l’attesa è per l’inflazione tedesca, attesa domani in rialzo, e il Pil inglese di venerdì, il principale market mover, che è atteso invece in ribasso. Da segnalare anche i jobless di domani: vedremo se confermeranno il dato sui NFP di venerdì scorso.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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