Ancora una volta i dati provenienti dagli Stati Uniti hanno sorpreso al rialzo, con il preliminare del Pil del terzo trimestre uscito a +4.9% (il livello più alto dal quarto trimestre 2021), superiore sia alle aspettative (che erano per un incremento del 4.3%) sia al dato del trimestre precedente (che aveva registrato un’espansione del 2.1%).
Accelerano i consumi (+4%), aumenta l’export (+6.2%) e le importazioni, segnalando come la domanda interna tenga e cresca ancora. Salgono anche i beni durevoli su base mensile, con un +4.7% a settembre, (il mese scorso erano scesi dello 0.1%) e ben superiore al consensus. Il mercato ha reagito negativamente ai dati positivi, in ragione dei timori di nuovi rialzi dei tassi, con i rendimenti dei titoli di stato americani che rimangono vicino ai massimi degli ultimi 20 anni.
Sul mercato immobiliare segnaliamo che il tasso medio su un mutuo trentennale negli Stati Uniti ha raggiunto il 7.79%, il livello più alto dal 2000. Sul mercato azionario Wall Street ha visto il Dow Jones chiudere in rosso dello 0.76% mentre l’S&P ha perso l’1.18% e il Nasdaq l’1.76%. Tra i dati pubblicati nella notte segnaliamo l’inflazione in Giappone, rilevata nell’area di Tokyo, salita del 3.3% su base annua, un dato superiore al consenso (+2.8%). Anche il dato core ha superato le previsioni, crescendo del 2.7% (rispetto al +2,5% atteso). Per ora la Boj non è intervenuta sui tassi e mantiene ancora aperto il Qqe ma le pressioni per un’uscita dal programma aumentano.
LA BCE LASCIA I TASSI INVARIATI
La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati al 4.5% con il tasso di deposito al record storico del 4%. Si è trattato della prima pausa dopo 10 rialzi consecutivi, avvenuti nel corso degli ultimi 15 mesi, con un approccio che è cambiato ed è passato da una aggressività persistente ad un atteggiamento più moderato di “wait and see” che sembra accomunare la maggior parte delle banche centrali, tra cui la Rba, e la Boc che hanno deciso anch’esse di mantenere invariato il costo del denaro nelle scorse settimane.
Ora all’appello, mancano la Boj, la Boe e la Fed. Miss Lagarde, in conferenza stampa, ha ricordato che l’economia rimane debole e sarà tale anche nei prossimi mesi, e si riprenderà solo dal 2024. Lagarde ha anche dichiarato che l’inflazione scenderà, anche se le pressioni sui prezzi interni restano forti, e che parlare adesso di un taglio del costo del denaro è assolutamente prematuro.
VALUTE
Sul fronte cambi l’EurUsd ha retto il supporto in area 1,05 ed è rimbalzato mentre i cross della moneta unica rimangono stabili, a cominciare dall’EurGbp. Il tasso di cambio che va osservato è il UsdJpy che rimane appena sopra 150, ma per ora non è riuscito a rompere al rialzo. I punti chiave da osservare nel breve sono 150.75 al rialzo e 150 al ribasso.
Oceaniche che rimbalzano e correggono puntando a 0.64 AudUsd e 0.5875 NzdUsd. I cross, dal canto loro, restano stabili in un mercato che sembra perfettamente dollaro centrico, con oscillazioni contenute nei trading range delle ultime settimane. Ha perso qualcosa il franco svizzero, con il risk off che sta scendendo dai massimi raggiunti nel corso degli ultimi giorni. Il ritorno del risk on sembra ancora lontano (l’indice Vix è ancora sopra quota 20) ma i rendimenti dei titoli di stato Usa sembrano segnare un po’ il passo, con il decennale tornato al 4.86%.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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