CHIUSURE AZIONARIE IN ROSSO
I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso la seduta in territorio negativo. Il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,2%, attestandosi a 46.603 punti, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,38%, scendendo a 6.715 punti, al di sotto del nuovo massimo storico di 6.754.
Segno meno anche per il Nasdaq, che ha ceduto lo 0,67% a 22.788 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo a 23.006. Gli operatori attendono nuovi trigger, ovvero elementi in grado di innescare volatilità, tra cui i commenti di diversi funzionari della Fed attesi per oggi.
Nel frattempo, continua lo stallo politico a Washington. Le proposte di accordo tra Democratici e Repubblicani non hanno ancora avuto esito positivo, prolungando la chiusura del governo federale, giunta ormai all’ottavo giorno.
VALUTE, IL RITORNO DEL DOLLARO
Le principali valute concorrenti del dollaro hanno registrato un ripiegamento, dovuto a diverse cause concomitanti. Il biglietto verde torna a essere considerato un asset rifugio in un momento difficile per Europa, Regno Unito e Giappone, tutti alle prese con pressioni macroeconomiche che spingono verso il deprezzamento del cambio.
La Francia è in pieno caos politico, la Germania mostra segnali di rallentamento, e i dazi USA sull’Europa, seppur al 15%, alimentano l’ipotesi di un euro più debole. In Giappone, il nuovo Primo Ministro Sanae Takaichi, sostenitrice dell’Abenomics, favorisce uno yen debole per stimolare la domanda interna e rilanciare l’economia attraverso l’export.
Tra le valute emergenti, si segnala la discesa del NZD/USD dopo il taglio dei tassi da parte della RBNZ, avvenuto questa notte, pari a 50 punti base. Il dollaro si rafforza anche contro AUD e CAD.
GOLD ALLE STELLE
Nuovo record storico per l’oro, che ha superato la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, raggiungendo un nuovo traguardo a 4.024. Gli investitori continuano a cercare asset rifugio in un contesto di incertezze economiche globali e prospettive accomodanti da parte della Federal Reserve.
La chiusura del governo statunitense, giunta alla seconda settimana, ha ritardato la pubblicazione di dati economici chiave, complicando le valutazioni sulla salute dell’economia. Nonostante ciò, gli operatori scontano due tagli dei tassi da 25 punti base, previsti per ottobre e dicembre.
Le turbolenze politiche in Francia e il recente cambio di leadership in Giappone aggiungono ulteriori elementi di incertezza per i mercati globali. L’oro è salito di oltre il 50% da inizio anno, sostenuto da tensioni commerciali, disordini geopolitici e da un dollaro statunitense più debole, che però sta tornando in auge come bene rifugio.
Anche le banche centrali continuano ad acquistare metallo giallo. Il taglio dei tassi della Fed del mese scorso ha ulteriormente incrementato gli afflussi verso gli ETF garantiti dall’oro, che a settembre hanno registrato il maggiore afflusso mensile degli ultimi tre anni.
RBNZ TAGLIA A SORPRESA DI 0,50%
La Reserve Bank of New Zealand ha abbassato il tasso di interesse ufficiale di 50 punti base, portandolo al 2,5% nella riunione di ottobre 2025. La mossa è stata più ampia del previsto, rispetto al taglio atteso di 25 punti base, e ha riportato i tassi al livello più basso da metà 2022.
I membri del Board hanno evidenziato la debole congiuntura macroeconomica e i rischi al ribasso derivanti da un comportamento cauto di famiglie e imprese, che potrebbero rallentare la ripresa e giustificare un allentamento più deciso.
L’inflazione resta vicina al limite superiore della fascia obiettivo dell’1–3%, ma si prevede un ritorno al punto medio del 2% entro metà 2026. L’inflazione complessiva è stimata al 3% nel terzo trimestre, trainata dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari, sebbene il dato core continui a moderarsi.
L’attività economica rimane debole a causa dell’incertezza politica globale, mentre i consumi mostrano una ripresa graduale. Il Comitato si dichiara aperto a ulteriori misure di allentamento per mantenere l’inflazione ancorata all’obiettivo del 2%.
Saverio Berlinzani
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