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Mercati stabili, oro ai massimi e tensioni in Francia

Saverio Berlinzani
September 02, 2025

Wall Street chiusa, mercati fermi

 

La giornata di ieri, chiusa negli Stati Uniti per la festività del Labour Day, non ha evidenziato particolari movimenti né price action degne di nota. I principali asset hanno mostrato oscillazioni laterali, e neppure le notizie macroeconomiche provenienti dall’Europa sono riuscite a movimentare la dinamica dei prezzi.

 

Sul fronte dei dati, il tasso di disoccupazione dell’area euro è sceso al 6,2% a luglio 2025, in calo rispetto al 6,3% di giugno e in linea con le aspettative del mercato. Il livello raggiunto rappresenta un minimo storico, evidenziando un mercato del lavoro solido, con il numero di disoccupati in calo di 170.000 unità, attestandosi a 10,805 milioni.

 

Anche la disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni) è migliorata, scendendo al minimo storico del 13,9% dal 14,3% di giugno. Tra le maggiori economie dell’eurozona, Germania (3,7%) e Paesi Bassi (3,8%) hanno registrato i tassi di disoccupazione più bassi, seguiti da Italia (6,0%), Francia (7,6%) e Spagna (10,4%).

 

Valute

 

Cambi poco mossi, con EUR/USD che ha oscillato tra 1,1690 e 1,1740. Per correlazione, tutti gli altri cambi principali contro dollaro hanno mostrato andamenti simili.

 

Va ricordato che prevale ancora una generale debolezza del dollaro, ma per ora i supporti chiave di medio termine hanno retto. Si avvicinano però appuntamenti importanti, sia in termini di notizie che di decisioni delle banche centrali, che potrebbero aumentare la volatilità e provocare la rottura di livelli cruciali.

 

Rimaniamo favorevoli a un dollaro debole, che tuttavia potrebbe reggere, soprattutto per la difficoltà delle altre aree economiche nel sostenere una moneta locale eccessivamente forte.

Oro: nuovo massimo storico

 

Questa notte, i prezzi dell’oro sono saliti oltre i 3.500 dollari l’oncia, raggiungendo un nuovo massimo storico a 3.508. Il rialzo è stato supportato dalle crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve questo mese e da un dollaro statunitense più debole.

 

Il rapporto sull’inflazione statunitense della scorsa settimana ha rafforzato le speranze di un allentamento monetario, con i mercati che ora scontano una probabilità del 90% circa di un taglio di 25 punti base alla prossima riunione della Fed.

 

L’attenzione si sta ora spostando sul rapporto relativo al mercato del lavoro statunitense di fine settimana, che potrebbe influenzare l’entità del taglio dei tassi previsto dalla Fed.

 

La domanda di oro come bene rifugio è inoltre sostenuta dalle persistenti preoccupazioni sull’indipendenza della banca centrale statunitense e dall’incertezza legata ai dazi imposti dal presidente Donald Trump.

 

La legalità del licenziamento del governatore della Fed, Cook, da parte di Trump rimane controversa, dopo che un’udienza in tribunale tenutasi venerdì si è conclusa senza una decisione sull’opportunità di bloccare temporaneamente il provvedimento.

 

Nel frattempo, una corte d’appello statunitense ha stabilito che la maggior parte dei dazi di Trump sono illegali, pur consentendone la permanenza in vigore fino al 14 ottobre per permettere ulteriori ricorsi.

 

Francia: rendimenti in rialzo

 

Il rendimento dei titoli di Stato francesi è salito oltre il 3,5% all’inizio di settembre, il livello più alto da metà marzo, mentre si aggravano le turbolenze politiche sui piani di bilancio del Paese.

 

Il Primo Ministro François Bayrou, nominato dal Presidente Macron appena nove mesi fa, ha sorpreso la nazione la scorsa settimana convocando un voto di fiducia all’Assemblea Nazionale previsto per l’8 settembre.

 

Le sue possibilità di successo appaiono scarse, se non impossibili, a causa dell’opposizione crescente verso le proposte di congelamento del bilancio per il 2026 e di abolizione di due giorni festivi. Le misure hanno suscitato critiche trasversali da tutto lo spettro politico, dalla destra estrema alla sinistra.

 

Nel frattempo, la Presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato lunedì di monitorare “con molta attenzione” gli spread dei titoli di Stato francesi, ma ha sottolineato che la Francia non si trova in una situazione tale da giustificare l’intervento del FMI.

 

Turchia: PIL in crescita

 

L’economia turca è cresciuta del 4,8% su base annua nel secondo trimestre del 2025, il ritmo più rapido dal primo trimestre del 2024. Il dato ha superato le aspettative di mercato del 4,1%, accelerando rispetto al 2,3% rivisto del trimestre precedente.

 

L’espansione è stata trainata da un aumento dei consumi delle famiglie, un’impennata degli investimenti e un incremento delle esportazioni. Al contrario, la spesa pubblica ha subito una forte contrazione, frenando la crescita complessiva.

 

Dal lato della produzione, la crescita è stata generalizzata, trainata da edilizia e industria. Tuttavia, agricoltura e servizi pubblici hanno registrato contrazioni più marcate (-1,2%).

 

Su base trimestrale, il PIL è aumentato dell’1,6%, rispetto allo 0,7% rivisto del trimestre precedente.

 

Italia: disoccupazione in calo

 

Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 6,0% a luglio 2025, rispetto al 6,2% rivisto al ribasso del mese precedente. Il dato è ben al di sotto delle aspettative di mercato e rappresenta il livello più basso dal minimo storico del 5,8% toccato nel 2007.

 

Il risultato consolida la tendenza di un mercato del lavoro storicamente teso in Italia, che in questo momento diverge leggermente da quello delle principali economie dell’Eurozona.

 

Il numero di disoccupati è diminuito del 4,6% rispetto al mese precedente, attestandosi a 1,532 milioni, anch’esso il livello più basso dal 2007. A sua volta, il numero netto di posti di lavoro nell’economia italiana è aumentato dello 0,1%, raggiungendo i 24,217 milioni.

 

Saverio Berlinzani

 


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