L’inflazione americana di agosto è uscita superando le aspettative, +3.7% rispetto al 3.6% del consensus, e del 3.2% del mese precedente. Le ragioni sembrano legate all’aumento dei prezzi del greggio dell’ultimo mese, che hanno avuto l’effetto di tenere alti i costi dell’energia, come i costi dei servizi di trasporto.
Negli altri comparti si sono registrati ancora cali, come sui prodotti alimentari, sulle abitazioni e sull’abbigliamento, ma non sufficienti a far scendere il dato generale. Il dato core è comunque uscito a +4.3% in linea con le attese del mercato. Scarse e poco significative le reazioni dei mercati, che avevano bisogno di qualcosa di più, evidentemente, per potersi muovere dai trading range delle ultime settimane.
Wall Street ha chiuso mista con il Dow in ribasso e S&P e Nasdaq in positivo. Di fatto gli investitori non credono che questo aumento dei prezzi possa far cambiare l’idea alla Fed nell’ultima settimana prima della decisione sui tassi, che è attesa invariata, in una sorta di pausa di riflessione. Il 97% degli operatori che la Fed manterrà i tassi sugli attuali livelli, e si riducono anche le probabilità di un rialzo a novembre. I mercati, insomma, sembrano non credere più alle dichiarazioni hawkish, anche per effetto di dati che sono in chiaro rallentamento ovunque.
VALUTE
Sul mercato dei cambi euro e sterlina hanno recuperato ancora terreno sul dollaro, con la moneta unica a ridosso delle resistenze chiave a 1.0780 90, nel giorno in cui la BCE è chiamata a decidere sulla politica monetaria. Anche in questo caso la maggioranza degli operatori ritiene che un nulla di fatto sia l’evento più probabile, ma ciò che però potrebbe muovere i prezzi di mercato saranno le parole del Governatore Christine Lagarde, che dovrà spiegare ai mercati le intenzioni dell’autorità monetaria nel prossimo futuro.
Per ora sale ancora l’euro e non solo contro dollaro ma anche contro Jpy e in generale sui cross, con l’EurGbp che ieri ha toccato quota 0.8620 per poi correggere qualcosa. UsdJpy sopra quota 147.00 nel silenzio della BoJ che però a questi livelli sappiamo essere attenta e vigile sull’andamento della valuta nipponica.
Corregge anche UsdCnh sceso a 7.2700 dai massimi di 7.37 di fine settimana scorsa. Appuntamento quindi alle 14.15 per la decisione della BCE e alle 14.45 per la conferenza stampa del Presidente. Ma attenzione anche ai dati settimanali sull’occupazione USA e ai PPI americani, oltre alle vendite al dettaglio, che in concomitanza con la BCE, potrebbero muovere le price action.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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