La settimana che doveva portare delle novità sui mercati non ha invece aggiunto nulla a quanto già non sapessimo. La notizia più importante è arrivata dalla BCE che, a sorpresa, ha aumentato i tassi di interesse, portandoli al livello più alto da quando esiste la moneta unica, ovvero al 4.5%. L’altra novità è che il Governatore della banca centrale europea, Christine Lagarde, ha affermato che i tassi rimarranno alti ancora per un certo periodo di tempo, ovvero fino a quando l’inflazione non sarà tornata nel suo alveo, intorno al 2%.
Chi pensava che ciò potesse spingere l’euro al rialzo è rimasto profondamente deluso in ragione del fatto che sull’Europa si addensano nubi preoccupanti, in termini di rallentamento economico. L’interpretazione che a noi è parsa più logica è quella relativa alle preoccupazioni degli investitori verso una possibile futura recessione, anche se la BCE per il momento non vede alcuna crisi degli aggregati macro.
Adesso la palla passa alla Fed che, mercoledì sarà chiamata a decidere sul costo del denaro. La differenza riguarda gli aggregati che dagli USA appaiono ancora solidi e resilienti. Il dollaro quindi sale, ma non perché si tratti di una valuta rifugio, ma in ragione di una maggiore appetibilità come moneta da investimento.
VALUTE
EurUsd ha chiuso in ribasso per la nona settimana consecutiva, scendendo fino a 1.0632 a ridosso dei supporti chiave visti a fine maggio. L’eventuale breakout ribassista potrebbe spingere i prezzi anche a 1.0520 e 1.0480, minimi del 13 marzo 2023 e del 2 gennaio. Al rialzo solo il ritorno sopra 1.0850, confermato del superamento di 1.0950, potrebbe invertire il trend attuale.
Anche la sterlina, specie contro dollaro, scende e raggiunge i minimi dal 5 giugno scorso, con supporti che intervengono a 1.2310, minimi del maggio scorso. Sale anche EurGbp con possibili target a 0.8630 e 0.8670. UsdJpy non accenna a mollare anche se siamo di fronte al rischio di un possibile di intervento da parte della BoJ.
DATI MACRO
I primi giorni della settimana saranno il preludio alla decisione della Fed, ma non dimentichiamo i dati S&P global Pmi, nonché i dati sul mercato immobiliare. Anche molte altre banche centrali decideranno sui tassi, come la BoE, BoJ, Cina, Turchia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Brasile e Sud Africa. Da osservare anche i dati sull’inflazione del Regno Unito, Canada e Giappone, e i Pmi per Eurzona, UK, Giappone e Australia.
Tanta carne al fuoco quindi, con possibilità di osservare un deciso aumento della volatilità sui mercati. La sensazione è che il dollaro prosegua nei suoi tentativi di salita anche se a breve troverà delle resistenze difficili da valicare.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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