Quella di ieri è stata una seduta interlocutoria, caratterizzata da un “finto” appetito al rischio, che di fatto si è tradotto in un fallito tentativo di rialzo dei listini americani, che hanno perso momentum e slancio per cercare la rottura delle resistenze chiave. Le ragioni? Forse sono da ricercare nella notizia, pubblicata dal quotidiano Le Monde, secondo la quale la polizia finanziaria francese avrebbe perquisito la sede di 5 istituti di credito francesi, Societè Generale, Bnp Paribas, Exane (una filiale della Bnp), Natixis, e Hsbc. Si parlerebbe di una frode di circa 140 miliardi di euro che avrebbe permesso alle banche di sfuggire alla tassa sui dividenti per i titolari stranieri di azioni di aziende francesi quotate in borsa. Ancora una volta, quindi, nel mirino ci sono delle banche, che sarebbero colpevoli di una vera e propria frode fiscale.
Queste notizie potrebbero far scattare un sell off dei mercati azionari che però, almeno per ora, non scendono. Ma è altrettanto vero che non riescono a salire. I listini Usa sembrano in fase distributiva che, se venisse confermata dalla rottura dei primi supporti chiave, potrebbe dare il via ad un nuovo trend ribassista. Le ragioni macro per un movimento impulsivo non sembrano esserci, considerato che i dati che stanno uscendo non sembrano portare ad una recessione importante, ma sappiamo che i mercati si girano velocemente e in questa condizione di generale incertezza legata ai dati macro, alle notizie sulle banche, alla situazione geopolitica (che vede il mondo dividersi drammaticamente in due blocchi nuovamente) potrebbe bastare poco per far cambiare il vento. Che succederà? L’unica idea che ci sembra plausibile è quella di vivere alla giornata, senza fare previsioni, perché ci sono troppi fattori in grado di cambiare gli scenari.
VALUTE
Sul mercato dei cambi le correlazioni sembrano totalmente saltate e i rapporti valutari si muovono senza alcun nesso logico. Su UsdJpy, ad esempio, movimenti al rialzo si alternano con movimenti al ribasso, in maniera asincrona rispetto all’azionario per cui ci capita di vedere UsdJpy che sale con le borse che scendono e viceversa. Nel frattempo, restiamo in un mercato a bassa volatilità con oscillazioni limitate per i principali cambi, con l’EurUsd in 50 pips e il Cable in 70-80 pips di oscillazione giornaliera. Risale invece il petrolio con il Wti in area 74 e il brent a 79 dollari dopo che i supporti chiave hanno tenuto e hanno consentito ai prezzi di riprendersi, in ragione di dati macro che sembrano supportare una tenuta dei principali aggregati macro.
DATI MACRO
Tra i dati più significativi in uscita segnaliamo la fiducia dei consumatori americana, salita a 104.2 dal 101 del dato precedente. Ma la stessa cosa vale per la fiducia nel nostro paese, salita ai massimi da un anno a questa parte, il valore più alto dal febbraio 2022. Nella notte intanto i mercati asiatici sono saliti, trainati dal titolo Alibaba che ha deciso una significativa riorganizzazione aziendale. In Australia sono usciti i dati sull’inflazione che, su base mensile, ha fatto registrare un incremento dello 0.6% contro un calo del dato precedente dello 0.1%. Su base annua, i prezzi sono aumentati del 6.8%, in calo rispetto al 7.4% fatto registrare a inizio dell’anno.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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