Comincia domani la settimana più importante di tutto questo 2023, caratterizzato da una crescente incertezza, da timori legati alla congiuntura economica globale e da un’inflazione che scende ancora troppo lentamente, in aggiunta ai timori legati agli eventi geopolitici che vedono una guerra Russia-Ucraina che si affianca a quella israelo-palestinese, con effetti che cominciano a farsi sentire anche sui diversi asset di mercato.
Ma è la settimana più importante perché è quella della decisione della Fed, della BoE, della BoJ, oltre a numerosi e significativi dati macro come i Non Farm Payrolls di venerdì prossimo, senza dimenticare i Jolts Openings o gli Adp Usa, i Pmi, al Pil di Eurozona e del Canada oltre all’inflazione tedesca. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E in mezzo ci sono anche le trimestrali di importanti aziende.
Nella settimana appena trascorsa le borse Usa hanno chiuso in rosso con l’S&P a -2.4% e il Nasdaq a -1.9%. Intanto i Price Consumer Expenditure usciti venerdì, vera misura dell’inflazione Usa, hanno mostrato un incremento dello 0.3% su base mensile. Le spese personali hanno superato ancora le stime, evidenziando ancora resilienza della congiuntura. I rendimenti dei titoli di stato Usa si sono stabilizzati, con il trentennale a +5.018% e il decennale a 4.84% mentre gli indici di rischio sono saliti, con il Vix sopra i 20 punti.
La sensazione è che la Fed rimanga “ferma sul costo del denaro, anche se nelle dichiarazioni potremmo ascoltare dei pareri discordanti circa ulteriori rialzi, con Jerome Powell che sembrerebbe ancora falco. Se la Fed rimanesse aperta a tutte le soluzioni, senza fornire delle chiare indicazioni, i mercati potrebbero vivere ancora una fase altalenante. Ci aspettiamo quindi alta volatilità e diverse opportunità operative, anche perché gli avvenimenti sono oggettivamente tanti, compresi i Nfp di venerdì prossimo.
VALUTE
Sui cambi ci aspettiamo quindi un aumento della volatilità. Se i dati Usa dovessero sorprendere ancora in positivo e la Fed si mostrasse ancora aggressiva, l’EurUsd potrebbe attaccare i supporti a 1.0450, che rimane il baluardo prima di un’eventuale discesa sotto 1.0350. In caso contrario, occhio alla violazione di 1.0640-50 prima e di 1,07 poi, con uno scenario che in questo caso potrebbe cambiare anche per il medio termine.
Il Cable pare consolidare ma attenzione all’eventuale violazione di 1.2030 che disegnerebbe scenari di ulteriore ribasso per la valuta britannica, mentre solo il superamento di 1.2330-40 potrebbe cambiare il quadro tecnico di medio periodo. UsdJpy in settimana è parso rallentare, specie per i timori che la BoJ possa accantonare il Qqe. Solo la violazione di 148.90, tuttavia, potrebbe far pensare ad una accelerazione del ribasso.
Sugli altri cambi segnaliamo Aud e Nzd che sembrano in accumulazione e potrebbero pertanto correggere verso 0.6470 AudUsd e 0.5970 NzdUsd mentre UsdCad si avvicina alle resistenze di medio termine a 1.3980. Concentriamoci quindi su questa settimana, che sarà cruciale per determinare i destini del dollaro, delle borse e dei titoli di Stato. Buona settimana e buon trading.
Saverio Berlinzani
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