Nonostante a livello geopolitico la tensione stia aumentando, specialmente dopo che Israele ha annunciato manovre di terra in ritorsione agli attacchi di Hamas e a dispetto dei timori che hanno colpito inizialmente anche i mercati, alla fine della sessione di ieri i listini americani hanno chiuso in positivo con il Dow a +0.59%, l’S&P a +0.63% e il Nasdaq a +0.39%.
Il ritorno della fiducia, oltre a derivare dalle dichiarazioni rilasciate da un portavoce di Hamas che sarebbe pronto ad una tregua, è legato alle affermazioni di Logan della Fed che ha ricordato come il rialzo dei rendimenti dei titoli a lunga scadenza potrebbero spingere la banca centrale USA a non alzare i tassi, proprio perché rappresentano di già un premio al rialzo per gli investitori e in ragione del fatto che equivarrebbero, tali rialzi, ad un aumento del costo del denaro.
Anche gli indici di rischio hanno ripiegato con il Vix tornato sotto quota 18, mentre l’indice “paura e avidità” è tornato intorno ai 30 punti. Con l’azionario tornato a salire, anche sui cambi il dollaro ha ripiegato, perdendo quota contro tutte le principali valute, a cominciare da euro, sterlina e Jpy.
VALUTE
In particolare, sul UsdJpy, siamo tornati sotto quota 149.00, nel silenzio assordante della BoJ che per il momento resta per così dire, nascosta. Supporto chiave posto a 148.20 nel breve termine, mentre al rialzo una violazione di 149.50 rappresenterebbe il trigger point per eventuali nuovi rialzi.
Sull’EurUsd, la tenuta di 1.0520 per ora ha rappresentato la possibilità di ritorno verso 1.0570 80 dove per il momento la ripresa si è fermata. Solo sopra 1.0600 però, sembra di poter dire che il trend di breve possa invertire. Così anche il Cable, che per il momento trova ostacoli insormontabili in area 1.2260-70. Tra gli altri cambi contro dollaro segnaliamo UsdCad, che rimane debole a 1.3580, sceso ben 220 pip dai massimi e sembrerebbe indirizzato verso 1.3400.
Il petrolio è risalito con il Wti tornato a 86 e il Brent a 87.50, ovviamente a causa della tensione che potrebbe ridurre ulteriormente l’offerta a livello globale. Sulle emergenti segnaliamo la correzione del UsdChn che torna in area 7.2800, in discesa dal 7.33 di qualche giorno orsono.
Per il momento, sui cambi, comunque, si respira aria di attesa, perché al di là del fatto che i mercati digeriscono tutto, c’è bisogno di chiarezza prima di poter comprendere in quale direzione andranno le prossime price action. Troppa incertezza, infatti, sia per le questioni macro, sia per quelle geopolitiche, che comunque non possono essere dimenticate.
DATI
Riguardo ai dati, scende ancora la produzione industriale tedesca a -1.75% su base annua e -0.2% con riferimento al mese di agosto. Nella notte sono usciti invariati sulla fiducia delle imprese australiane, mentre oggi, l’attesa è per le minute della Bank of England, mentre nel pomeriggio parleranno Perli e Bostic della Federal Reserve. Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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