Nonostante le vendite al dettaglio Usa relative al mese al dicembre siano scese più del previsto e i prezzi alla produzione abbiano fatto registrare il calo più importante dall’aprile 2020, ieri abbiamo avuto un deciso recupero del dollaro sulle principali valute, ad eccezione del UsdJpy, con i mercati azionari che si sono girati al ribasso, nel rispetto della correlazione inversa tra azionario e biglietto verde. Probabilmente ieri pomeriggio sono cominciate delle prese di beneficio di operatori che erano long di azionario e short di divisa americana. Osservando il Dollar Index dal 28 settembre è evidente come la discesa sia arrivata su livelli assai interessanti e, al di là del fatto che nel lungo periodo il trend ribassista appaia ancora ben saldo, si è creata l’opportunità di sfruttare qualche movimento contrario di tipo correttivo, data la presenza di divergenze e di supporti statici rappresentati dai minimi registrati il 31 maggio dello scorso anno a ridosso di quota 101.
I potenziali obiettivi, costituiti dai livelli da cui è iniziato il movimento rialzista, cioè le aree comprese tra 89.70 e 90.50, sembrano troppo lontani ma, come sappiamo, sui mercati tutto è possibile. Tecnicamente il livello di 101.10 è stato toccato alla perfezione e ora potremmo anche assistere ad un periodo pro-dollaro, con movimenti anche del 2-3%. La narrazione dominante è sempre la solita, con gli investitori che confidando in una Fed più accomodante o meno aggressiva, si prendono una pausa di riflessione. E se la Fed continuasse invece ad alzare, anche ad un ritmo inferiore, e poi decidesse di stare alla finestra qualche mese? Cosa succederebbe?
Le notizie cambiano così rapidamente che bisogna sempre crearsi un piano B di investimento, per non rimanere incastrati in posizioni scomode, perchè fare previsioni a medio e lungo termine sembra diventato un esercizio di pura teoria con pochi riscontri nella realtà. Ieri avevano scritto che ci aspettiamo qualche recupero del dollaro, considerata l’analisi tecnica ma anche quella fondamentale, pur rimanendo il trend della divisa Usa discendente, mentre i rendimenti dei titoli di stato stanno scendendo ovunque.
L’unico cambio che non pare in recupero è il UsdJpy che è sceso dopo che il ministro dell’Economia ha dichiarato che il paese è pronto all’abbandono del Qqe, ribaltando di fatto la decisione delle autorità monetarie. UsdJpy è tornato addirittura sotto 128 e potrebbe puntare a 126.30, minimo del maggio dello scorso anno. Una sua violazione porterebbe i prezzi anche a 119 ed eventualmente 117.50, livello da dove è partito il movimento nel febbraio del 2022 con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Sul fronte dati oggi è una giornata interlocutoria in Europa mentre dagli Usa usciranno i dati sui permessi di costruzione e i nuovi cantieri, così come gli aggregati macro dalla Fed di Philadelphia.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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