Il fragile equilibrio di cui parlavamo ieri improvvisamente è venuto meno, e la ragione principale è legata alle parole di Waller, membro del Consiglio dei Governatori della Fed, il quale ha dichiarato che se l’inflazione dovesse continuare a scendere al ritmo attuale, non ci sarebbero ragioni per mantenere i tassi a questi livelli, ma bisognerebbe abbassarli.
Il mercato ha reagito in modo impulsivo e i livelli di EurUsd, di cui si parlava ieri a 1.0960-65, sono stati violati. E non solo la moneta unica ha sfondato gli argini, ma anche il Cable che da 1.2640 è partito fino a superare quota 1.2720, toccando i massimi nella notte in area 1.2730. UsdJpy a ridosso di 147.00 in discesa impulsiva e senza intervento della BoJ.
Intanto, anche osservando il dollar index, sembra che tutti i dollari abbiano ancora spazio di discesa, non molto nel breve termine a dir la verità, ma nel medio non possiamo escludere un dollar index a 99.30, al minimo del luglio scorso. Il che significherebbe probabilmente un EurUsd anche a 1.1100 e forse 1.1270, i massimi dello stesso periodo con il Cable sopra 1.3150.
UsdJpy che a questo punto, se rompesse il livello chiave di 147.00 potrebbe puntare almeno a 114.30-40 area di supporto di medio termine, dove passa la ema a 200 giorni. Vedremo comunque quando partiranno eventuali correzioni, che nel breve sembrerebbero dovute.
OCEANICHE
Le oceaniche si sono arrampicate dopo aver rotto le resistenze chiave e ora per AudUsd sembra esserci spazio almeno altri 40-50 pip prima di una correzione, anche se per il dollaro australiano potrebbe partire prima, in ragione di un Cpi in calo al 4.8% su base annua rispetto ad un consensus di +5.2%.
NzdUsd sopra 0.6180 sui target richiamati, dopo la decisione di questa notte della RBNZ di mantenere i tassi invariati al 5.5%, per la quarta volta consecutiva. Il board rimane fiducioso che i tassi attuali saranno in grado di limitare la domanda, rimasta sopra quanto ci si potesse aspettare, e per tale ragione, si legge nello statement, la banca centrale ha dichiarato che i tassi dovranno rimanere restrittivi per qualche tempo, per riportare l’inflazione in un intervallo obiettivo compreso tra l’1 e il 3 per cento.
AZIONARIO
Dopo settimane nelle quali i leading indicators erano le borse, dobbiamo dire che la giornata di ieri ha riproposto un mercato dei cambi come vero market mover dei diversi mercati. L’azionario, infatti, era partito in ribasso ma poi, durante la seduta, è tornato a salire con Wall Street che ha chiuso leggermente positiva. Nella notte i listini asiatici hanno chiuso misti in una condizione di perdita di momentum rialzista che pare aver per ora fermato i rialzi.
ORO
L’oro è salito intorno ai 2050 dollari, ai massimi degli ultimi sette mesi, in ragione del forte calo del dollaro e delle dichiarazioni di Christopher Waller. I mercati ora credono ad un 40% di probabilità che la Fed tagli già a marzo 2024. Tecnicamente non siamo lontani dai massimi di 2077 dollari l’oncia, livello già toccato tre volte. Che sia la volta buona che vedremo una rottura al rialzo?
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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