La Banca centrale Europea, a dispetto di quanto era accaduto negli ultimi incontri, e dopo aver alzato come da consensus di 25 punti base, i tassi di riferimento, ha adottato un atteggiamento meno aggressivo rispetto al recente passato, adeguandosi in buona sostanza, nell’approccio, alla Federal Reserve.
C’è congruenza tra le due banche centrali quindi, anche se non pare esserci minimamente congruenza tra i risultati macroeconomici delle due aree, che vedono gli Usa crescere ancora a dispetto di tassi superiori al 5% mentre l’Europa stenta a ripartire nonostante una inflazione più alta rispetto agli Stati Uniti.
Mentre nei mesi scorsi il Governatore Lagarde poneva quasi esclusivamente l’accento sull’inflazione e sul fatto che stentava a scendere, per cui erano necessari ancora ripetuti interventi per alzare il costo del denaro, questa volta, la Bce ha dovuto ammettere che intanto si assiste ad un leggero calo dell’indice dei prezzi, ma soprattutto che c’e’ un calo della congiuntura e della produzione manifatturiera, dovuta ad una diminuzione della domanda estera.
Ha poi ribadito, sempre il Presidente, che l’economia europea è destinata a rimanere debole nel breve termine. Il mercato, dopo la notizia, ha punito l’Euro, dato che la decisione sembra un via libera alla possibilità che possa correggerre.
BOJ, TASSI FERMI MA FLESSIBILITÁ SUI RENDIMENTI
La Boj, questa notte, ha deciso di mantenere i tassi di interesse invariati a -0.1% e quello dei rendimenti obbligazionari a 10 anni a circa lo 0%, ma ha deciso di rendere maggiormente flessibile la politica di controllo della curva dei rendimenti. Il che si traduce sostanzialmente in una maggiore flessibilità rispetto alla banda di oscillazione che aveva costruito, tra -0.50% e + 0.50, affermando che tale banda è un punto di riferimento piuttosto che un limite rigido.
Ciò vuol dire che la Banca centrale giapponese è disposta a tollerare sconfinamenti di questi livelli, sia al rialzo che al ribasso. Si tratta, di conseguenza di un parziale cambiamento rispetto a quando precedentemente stabilito, niente di che, ma una modifica che ha provocato il rafforzamento dello Jpy che da 141.00 contro dollaro è arrivato fino a 138.20, in recupero di quasi 300 pips.
Tecnicamente con il UsdJpy ora siamo sui punti chiave posti tra 137.30 e 137.90. Una rottura di tale area di supporto, aprirebbe la strad, da un punto di vista tecnico, ad una possibile inversione del trend rialzista che ha visto l’ultima gamba rialzista partire a gennaio a 127.50.
ALTRE COPPIE VALUTARIE
La reazione sul mercato dei cambi, in seguito alla decisione della Bce della Boj di questa notte, non si e’ fatta attendere, con l’Euro crollato da 1.1149 a 1.0960 tra la sessione americana e quella asiatica, con un movimento alimentato non solo dalle parole della Bce ma anche da dati americani decisamente superiori al consensus, quali la prima rilevazione del Pil Usa relativo al secondo trimestre, uscito a +2.4% contro +1.8% atteso, e inoltra un dato sugli ordini di bei durevoli a +4.7% contro attese di +1.3%.
Il che significa che il mercato finalmente sta smettendo di guardare solo all’inflazione ma comincia a osservare anche la crescita. Quindi il dollaro è salito e ha recuperato il terreno perduto, con il dollar index torna sopra 101.40, eccezion fatta per lo Jpy di cui abbiamo già detto.
Oceaniche anch’esse in ribasso sull’onda dell’accelerazione del dollaro che peraltro si è avuto in concomitanza con il rialzo degli azionari americani, con una correlazione che ritorna quella di un tempo, quando i dati macro avevano una logica rispetto all’andamento delle price action. Relativamente al Cable, segnaliamo una discesa impulsiva da ieri, di oltre 200 pips da circa 1.3000 di ieri mattina all’1.2763, minimo di questa notte. EurGbp che ha recuperato quasi 0.8600 dopo aver visto 0.8540 ieri.
Ancora estrema forse del franco svizzero che schiaccia l’Euro sui supporti di 0.9520. Poche le novità sui cross con quelli contro Euro in leggera discesa in un mercato che a parte lo Jpy sembra perfettamente dollaro centrico.
Sul fronte dati, stamani c’è interesse per i prezzi al consumo e alla produzione francesi, a cui seguiranno le stipe dell’inflazione spagnola insieme al Pil.
Nel primo pomeriggio inflazione tedesca a cui seguiranno i dati Usa sui Price consumer expenditure, vera misura dell’inflazione oltre a redditi e spese personali. Attesa anche per il Pil canadese. Infine alle 16.00 pubblicazione degli aggregati redatti dall’Università del Michigan, a chiudere una giornata e una settimana estremamente significativa.
Buon trading e buon week end.
Saverio Berlinzani
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