Riemerge la paura
Ieri Wall Street ha ampliato le perdite a causa della pressione ribassista sui titoli tecnologici, in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale, mentre diminuiscono le probabilità di un taglio del costo del denaro da parte della Fed.
L'S&P 500 e il Nasdaq 100 sono scesi rispettivamente dell'1,66% e del 2,29%, mentre il Dow Jones ha perso l'1,65%. L'ottimismo per la fine dello shutdown governativo statunitense ha sostenuto i settori difensivi dopo il massimo storico raggiunto ieri dal Dow Jones.
Tuttavia, gli indici sono stati trascinati dalle forti perdite dei giganti della tecnologia, a causa dell'ulteriore scetticismo sulle valutazioni delle aziende di intelligenza artificiale e dei produttori di hardware. Nvidia, Broadcom, Oracle e Palantir hanno perso tra il 4% e il 5,5%, mentre Tesla è crollata di oltre il 7%. Nel frattempo, Disney ha registrato un calo di oltre il 7,5% dopo aver riportato utili contrastanti.
I dati economici ufficiali in arrivo potrebbero confermare i segnali pessimistici provenienti dai sondaggi privati di ottobre, ma i timori di un'inflazione elevata e il tono aggressivo della Fed hanno alimentato le scommesse sul mantenimento dei tassi il mese prossimo.
Valute
L'indice del dollaro USA ha esteso le perdite scendendo a 98,66, poiché l'ottimismo iniziale dopo la fine dello shutdown governativo ha lasciato il posto a una rinnovata cautela sulle prospettive economiche del Paese.
L'incertezza sui principali report economici, ritardata dal più lungo shutdown governativo nella storia degli Stati Uniti, pesa sull'umore degli investitori. Alcuni dati potrebbero essere pubblicati a breve, mentre altri potrebbero andare persi del tutto.
Il direttore del Consiglio Economico Nazionale, Kevin Hassett, ha osservato che alcuni dati di ottobre potrebbero non essere mai pubblicati, poiché alcune agenzie non sono state in grado di raccogliere informazioni durante lo shutdown.
I primi dati del settore privato hanno evidenziato un indebolimento del mercato del lavoro e una fragile fiducia dei consumatori, mentre i timori sull'inflazione persistono. Nel frattempo, le aspettative di mercato per un taglio dei tassi di 25 punti base alla riunione della Fed del mese prossimo sono scese al 54%, da quasi il 65% del giorno precedente.
Il biglietto verde ha perso terreno rispetto alle principali valute, con i cali più significativi registrati nei confronti della sterlina britannica e del franco svizzero.
UK, crescita inferiore
L'economia del Regno Unito è cresciuta solo dello 0,1% nel terzo trimestre del 2025, rallentando rispetto allo 0,3% del secondo trimestre e al di sotto delle aspettative di mercato dello 0,2%.
Il settore manifatturiero ha subito una contrazione dello 0,5%, dopo un calo dello 0,8% nel periodo precedente. In particolare, la produzione di veicoli a motore, rimorchi e semirimorchi è crollata del 10,3% dopo che un attacco informatico ha gravemente interrotto le operazioni presso Jaguar Land Rover a settembre.
La produzione dei servizi è aumentata dello 0,2% (rispetto allo 0,4% del secondo trimestre), sostenuta dal settore immobiliare, mentre le attività professionali, scientifiche e tecniche sono risultate in calo.
Su base annua, il PIL è aumentato dell'1,3% nel terzo trimestre, leggermente al di sotto delle previsioni dell'1,4%.
UE, produzione industriale
La produzione industriale dell'Eurozona è aumentata dello 0,2% su base mensile a settembre 2025, tentando di riprendersi dal calo rivisto dell'1,1% di agosto, ma non raggiungendo le aspettative di mercato di una crescita dello 0,7%.
Gli aumenti nei settori dell'energia, dei beni capitali e dei beni intermedi sono stati in parte compensati dal calo dei beni di consumo durevoli e non durevoli.
Tra le maggiori economie dell'Eurozona, la produzione è aumentata in Italia (2,8%), Germania (1,9%), Francia (0,8%), Spagna (0,4%) e Paesi Bassi (0,4%).
Su base annua, la produzione industriale è cresciuta dell'1,2%, allo stesso ritmo del mese precedente e al di sotto delle previsioni del 2,1%.
Saverio Berlinzani
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