VALUTE
Il dollaro USA si è impennato, raggiungendo livelli che non si vedevano dallo scorso novembre, dopo che il rapporto sull'inflazione statunitense di ieri ha non solo convalidato ma superato le aspettative, sottolineando le persistenti pressioni inflazionistiche che attanagliano la più grande economia del mondo.
Questo sviluppo ha di fatto messo a tacere le speculazioni su un taglio dei tassi a giugno e ha messo in dubbio la probabilità di un allentamento monetario da parte della banca centrale statunitense quest'anno. Con settembre che si profila come il periodo probabile per la prima riduzione dei tassi e gli analisti che prevedono solo due tagli di questo tipo nel 2024, i rendimenti dei treasury sono saliti e il dollaro USA ha registrato guadagni rispetto alle altre principali valute.
Inoltre, esiste il potenziale per un ulteriore apprezzamento, soprattutto se i dati odierni sull'indice dei prezzi alla produzione confermeranno la natura radicata dell'inflazione dei prezzi negli Stati Uniti.
Ricardo Evangelista - Analista Senior, ActivTrades
AZIONARIO EUROPEO
Giovedì i titoli azionari sono saliti in Europa, riducendo alcune delle perdite subite ieri a causa del deludente rapporto sull'inflazione negli Stati Uniti. L'attenzione degli investitori si sposta ora sull'Europa, con l'incombente decisione della BCE sui tassi.
I dati di ieri sull'inflazione statunitense, superiori alle attese, hanno creato scompiglio negli asset più rischiosi, con picchi di volatilità su quasi tutti i benchmark azionari, da Tokyo a New York.
In effetti, la recente serie di dati economici solidi che mostrano la tenuta dell'economia statunitense, unita al fatto che la lotta all'inflazione non è ancora finita, ha spinto gli operatori a ridimensionare le speranze di un taglio dei tassi.
Con la prospettiva di un approccio meno accomodante da parte della Fed, gli investitori, che già faticavano a difendere le elevate valutazioni dei titoli, hanno naturalmente scelto di ridurre la loro esposizione ai mercati azionari, portando i benchmark in territorio di correzione.
Detto questo, la calma è tornata rapidamente sui titoli dell'UE, poiché gli investitori guardano ora alla prossima decisione sui tassi e alla conferenza stampa della BCE, prevista per l'inizio del pomeriggio.
Sebbene non sia prevista alcuna mossa dei tassi nella riunione odierna, gli investitori prevedono già che il Presidente della BCE Christine Lagarde confermerà un potenziale primo taglio a giugno e fornirà maggiori dettagli sulla forza e sul ritmo delle prossime mosse monetarie.
A differenza degli Stati Uniti, il tasso d'inflazione dell'Eurozona è molto più vicino all'obiettivo del 2% e il tessuto economico più debole della regione tende a sostenere le speranze di una svolta dovish più rapida da parte della BCE rispetto alla Fed.
Lo STOXX-50 si attesta al di sopra dei 5.000 punti dopo un rimbalzo di 4.970 punti, guidato soprattutto dai titoli energetici.
Pierre Veyret - Analista Tecnico, ActivTrades
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