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Recupero degli azionari

Saverio Berlinzani
March 06, 2025

Wall Street ritorna a vedere la luce dopo alcune sedute difficili, recuperando qualcosa in seguito alle notizie secondo cui l'amministrazione presidenziale Trump starebbe considerando un rinvio di un mese sui dazi a Canada e Messico relativi al settore automobilistico. L'S&P 500, il Nasdaq 100 e il Dow Jones sono tutti saliti di circa l’1%.


La notizia ha offerto una tregua rispetto al sell-off di inizio settimana, dopo che il presidente degli Stati Uniti ha imposto dazi del 25% sui prodotti dei paesi confinanti e ha aumentato le imposte sulla Cina al 20%, oltre a promettere dazi su altri partner commerciali e tagli aggressivi alla spesa nel tentativo di sanare il bilancio. Ciò si è aggiunto alle preoccupazioni di contrazione economica dopo i dati sul mercato del lavoro privato.


D'altro canto, l'inaspettato aumento dell'ISM Services PMI ha compensato i deboli dati pubblicati in precedenza. I guadagni sono stati distribuiti tra la maggior parte dei settori delle borse valori, con Microsoft, Oracle e Amazon che sono balzati di oltre l'1,5%. Discesa invece per i produttori di energia, crollati a causa dei prezzi del petrolio più bassi.


VALUTE, EURO SUGLI SCUDI


Da tempo non si osservava un movimento come quello visto ieri sull’EurUsd. Bisogna risalire al novembre 2022 per vedere una candela settimanale rialzista come quella attuale. Movimento dovuto a diversi fattori concomitanti, tra i quali spicca una rinnovata forza della moneta unica dovuta al probabile allentamento dei vincoli di bilancio tedeschi che dovrebbero rilanciare l’economia, che pare comunque in ripresa, con particolare riguardo al settore della difesa, un tema di cui tanto si parla in questo periodo.


Tralasciando la questione etica, (su cui credo chiunque possa concordare sul fatto che la guerra sia in assoluto il peggior scenario possibile), va ricordato che ciò sembra essere una delle ragioni di ripresa della moneta unica, che in due giorni è salita di 350 pips sul dollaro da 1.0470 a 1.0820, in una price action unilaterale ed estremamente impulsiva.


Osservando le posizioni sul Cot, relativo ai futures, in una settimana le posizioni short euro dei principali big players sono scese del 60%, e probabilmente questa settimana scenderanno ancora. Altra ragione è legata ai dati USA che cominciano a mostrare segnali di indebolimento della congiuntura. E così la moneta unica ora sembra voler puntare, al netto di correzioni tecniche anche dovute, agli obiettivi di medio in area 1.0930-40.


Sugli altri cambi il dollaro rimane leggermente più forte rispetto a sterlina, JPY, ma anche AUD e NZD, in un contesto in cui si nota anche il franco svizzero perdere terreno sull’Euro. La discesa del dollaro, nel medio termine, sembrerebbe essere solo agli inizi, anche se l’incognita Trump e i dazi restano dietro l’angolo.



ADP, PERDE COLPI IL MERCATO DEL LAVORO


Le aziende private negli Stati Uniti hanno aggiunto 77.000 lavoratori ai loro libri paga a febbraio 2025, il livello più basso in sette mesi, rispetto a un rialzo di 186.000 a gennaio e ben al di sotto delle previsioni di 140.000. Il settore dei servizi ha aggiunto 36.000 posti di lavoro, mentre il settore della produzione di beni ha guadagnato 42.000 posti di lavoro, nell’edilizia e nella produzione manifatturiera.


L'incertezza politica e un rallentamento della spesa dei consumatori potrebbero aver portato a licenziamenti o a un rallentamento delle assunzioni. I dati, combinati con altri indicatori recenti, evidenziano un rallentamento nelle assunzioni tra i datori di lavoro. Nel frattempo, gli incrementi salariali annuali per chi cambia lavoro hanno subito una leggera flessione, passando dal 6,8% al 6,7%. Gli incrementi salariali per chi mantiene il lavoro sono rimasti invariati al 4,7%.


PETROLIO, ANCORA UN CALO


I future sul greggio WTI sono scesi del 2,6% a 65 dollari al barile mercoledì, avvicinandosi al minimo degli ultimi sei mesi, poiché sono aumentate le preoccupazioni per l'aumento dell'offerta e l'incertezza della politica commerciale. L'OPEC+ ha annunciato che aumenterà la produzione di petrolio di 138.000 barili al giorno a partire da aprile, il primo aumento della produzione dal 2022.


Allo stesso tempo, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick ha affermato che l'amministrazione Trump potrebbe rinviare, ancora una volta, i dazi su Messico e Canada, con una decisione prevista a breve. Le modifiche ai dazi potrebbero interrompere i flussi di petrolio, spostando il greggio messicano in Asia e aumentando le importazioni latinoamericane negli Stati Uniti. I prezzi del petrolio sono in calo da metà gennaio a causa dei timori che le politiche commerciali di Trump possano danneggiare la domanda globale.


ISM PMI, CHE AUMENTO


L'ISM Services PMI è aumentato inaspettatamente a 53,5 a febbraio 2025 da 52,8 a gennaio, superando le previsioni di 52,6. Il dato ha mostrato una crescita più rapida nel settore dei servizi e nelle attività commerciali, con aumenti in ogni sottoindice, dalla produzione all’occupazione.


I timori però non sono del tutto svaniti, a causa del potenziale impatto delle tariffe. Alcuni intervistati hanno indicato che i tagli alla spesa federale stanno avendo impatti negativi sulle loro previsioni aziendali, ha affermato Steve Miller, presidente dell'ISM.


Buona giornata e buon trading!


Saverio Berlinzani





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