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Moody's: USA outlook negativo

Saverio Berlinzani
November 13, 2023

È trascorsa un’altra settimana all’insegna dell’incertezza, di price action contrastanti, di correlazioni che sono saltate a livello intermarket tra azionario, obbligazionario e valute, con oscillazioni che a nostro parere dipendono molto dalle posizioni in essere da parte dei principali attori.


Sul fronte dei listini azionari, dobbiamo registrare una settimana positiva per gli indici americani, con il Dow Jones che ha chiuso con un rialzo dello 0.6%, l’S&P con un +1.1% e il Nasdaq a +2%. Tutto questo nonostante i commenti dei funzionari della Fed che hanno reiterato la necessità di proseguire nella politica monetaria restrittiva.

I dati però hanno evidenziato ancora un calo della fiducia dei consumatori redatta dall’Università del Michigan, scesa ai minimi degli ultimi sei mesi. E sono probabilmente i dati ad aver fatto pendere la bilancia dell’andamento dei mercati azionari in positivo, prevalendo sui commenti da falco dei banchieri centrali, e il mercato, in questo momento, crede alla fine del rialzo dei tassi, per cui i dati Usa in rallentamento sostengono per ora i mercati azionari.


I rendimenti dei titoli di stato Usa hanno vissuto una settimana interlocutoria con oscillazioni, sul decennale, comprese tra il 4.50% e il 4.65%, mentre gli indici che misurano il rischio sono rimasti decisamente dalla parte del risk on con l’indice vix sotto quota 15 e il fear and greed non lontano dall’area neutrale di 50.


Ma attenzione alle aperture di settimana, perché venerdì alle ore 22.35 è uscita la notizia del declassamento da parte di Moody’s del debito americano, portato a tripla A ma con outlook negativo. Dall’altra parte invece l’Agenzia Standard & Poor’s ha lasciato il rating ad AA+ con outlook stabile. In aumento i costi di indebitamento.


VALUTE


Sul mercato dei cambi la settimana scorsa è stata caratterizzata da un rafforzamento del dollaro, in netto contrasto se si osservano le correlazioni intermarket degli ultimi mesi, con l’andamento degli altri asset, ovvero azionario ed obbligazionario.


La salita dell’equity e la discesa dei rendimenti, sarebbe dovuta andare di pari passo ad un normale e logico indebolimento del dollaro, in ragione del fatto che il biglietto verde, nell’ultimo periodo, è sempre salito in condizioni di risk off e viceversa, per via della propria caratteristica di valuta rifugio.


La salita del biglietto verde è parsa importante soprattutto contro Jpy, considerato che il cambio UsdJpy, è salito per 6 gg consecutivi da 149.25 a 151.60 nell’arco della precedente ottava.


Tra i motivi, il silenzio assordante della BoJ in questo caso, ma non possiamo dimenticare il posizionamento dei big players, che nelle rilevazioni del Cme, ovvero dei futures, a Chicago (un campione pari a circa il 5-6 per cento dei volumi globali) è prevalentemente long dollari contro Jpy, contro sterline e contro oceaniche, mentre rimangono short dollari rispetto alla moneta unica.


Ed infatti, mentre UsdJpy e Cable hanno visto il biglietto verde continuare a macinare guadagni, la moneta unica è quella che ha tenuto meglio scendendo nella settimana solo di un centinaio di pip. Le oceaniche invece sono rimaste sotto pressione con AudUsd sceso oltre il 2.5% nella settimana mentre NzdUsd ha ceduto quasi il 2%.


Conseguenza di questi andamenti sono i cross della moneta unica con EurJpy salito a quasi a 162.00 mentre EurGbp ha rotto 0.8730 con obiettivi rispettivamente a 165.00 e 0.8800. Movimenti impulsivi anche per EurAud, EurNzd, ed EurCad, che data la forza di euro sembrerebbero avere ancora spazio di salita.


Unico dubbio è il fatto che di solito i cross dell’euro contro oceaniche salgono in condizioni di risk off significativo, che in questo momento però non è confermato dagli altri indicatori e si vive una fase che potrebbe addirittura far pensare al rally di Natale sull’azionario.



QUESTA SETTIMANA


L’attenzione si sposta ora sul tasso di inflazione americano, oltre alle vendite al dettaglio, che dovrebbero confermare il rallentamento in atto. Ma oltre a ciò ascolteremo ancora i funzionari della Fed, che potrebbero insistere nel voler mantenere aperta la politica restrittiva di rialzo del costo del denaro alimentando ulteriormente la reazione del mercato dei cambi e probabilmente del biglietto verde.


Ma sarà una settimana chiave anche per la Gran Bretagna, che pubblicherà i dati su vendite al dettaglio, tasso di inflazione e di disoccupazione. Attenzione anche alla produzione industriale cinese e al Pil Giapponese.

Buon trading e buona settimana.


Saverio Berlinzani     





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