I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82% degli investitori al dettaglio perde denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre questo alto rischio di perdere il tuo denaro.
ActivTrades
News & Analisi
Analisi di mercato

Mercati cauti dopo NFP

Saverio Berlinzani
September 04, 2023


MERCATI INCERTI DOPO I NFP


Venerdì scorso c’era molta attesa per i dati americani relativi al mercato del lavoro, pensando che potessero definire, in un senso o nell’altro, i futuri comportamenti della Fed in materia di politica monetaria. Ed invece, osservando le reazioni dei mercati e delle correlazioni intermarket, l’indecisione e l’incertezza sembrano ancora dominare la scena.


I Non Farm Payrolls sono usciti in leggero aumento rispetto al consensus, con un incremento di 187.000 posti di lavoro nel settore non agricolo, ma i due dati precedenti sono stati rivisti al ribasso di 110.000 unità. Inoltre, il tasso di disoccupazione è salito al 3.8% (dal 3.5% del dato di luglio), un dato di gran lunga peggiore delle previsioni (le attese erano ancora per un 3.5%). Si tratta del dato peggiore dal mese di febbraio del 2022, segno che qualcosa sul mercato del lavoro sta cambiando, anche se la partecipazione della forza lavoro è cresciuta al 62.8% dal precedente 62.6%.


Nel frattempo, l’ISM ha evidenziato una flessione del settore manifatturiero meno importante del previsto, segno comunque di una certa resilienza da parte dell’economia. I dati, quindi, sono stati leggermente negativi ma non a sufficienza per avere la certezza che la Fed possa chiudere il ciclo di inasprimento dei tassi. Ecco perché i mercati hanno reagito in modo controverso.


Dow Jones e l’S&P hanno chiuso in territorio positivo mentre il Nasdaq ha terminato la seduta leggermente in rosso. Fin qui tutto apparentemente normale se non fosse che sul mercato dei cambi, anziché assistere ad un calo del dollaro, come avrebbe dovuto essere di fronte ad un mercato azionario positivo e ad un dato leggermente più negativo del solito, per il principio “bad news are good news”, abbiamo visto uno scatto al rialzo della divisa statunitense che ha schiacciato le valute concorrenti, chiudendo in deciso rialzo. Anche le obbligazioni hanno registrato un ulteriore calo dei rendimenti, segnalando che la fine del rialzo dei tassi si avvicina.


VALUTE E PETROLIO


Il Dollar Index è salito di circa l’1% dai minimi di giornata, chiudendo a 103.94 da 102.94 (minimo di venerdì mattina). EurUsd, che partecipa al Dollar Index con una percentuale superiore al 50%, è sceso di circa 100 pips a 1.0780 (da 1.0880), mentre il Cable ha ceduto circa 140 pips dai massimi. Un movimento impulsivo che in condizione di risk off avrebbe dovuto spingere le borse in ribasso. Ed invece gli azionari hanno tenuto, a dimostrazione che qualche mercato sta mentendo.


Il cambio UsdJpy ha allungato al rialzo, terminando a quota 146.22 dopo aver visto dei minimi a 144.44. Un recupero che ripropone il tema di un dollaro valuta rifugio che sarebbe la spiegazione logica ad un mercato in tensione. Tra le altre valute segnaliamo la discesa del dollaro canadese, schiacciato dalla divisa Usa, dopo la pubblicazione del Pil canadese, che nel secondo trimestre è salito solo della metà (+0,3%) rispetto alla crescita del trimestre precedente.


Si intravedono gli effetti dei rialzi dei tassi che hanno fermato la ripresa. Calano gli investimenti immobiliari, in ragione dei maggiori oneri finanziari sui mutui. Su base annuale il Pil è addirittura in calo dello 0.2%. Salgono ancora i future del greggio con il Wti che si è spinto oltre gli 85 dollari al barile, il livello più alto dal mese di novembre del 2022 (+6.5% solo questa settimana).


Le ragioni sono legate alle riduzioni dell’offerta e alle aspettative di ulteriori tagli alla produzione decisi dall’Opec+. Solo l’Arabia Saudita ridurrà la produzione di 1 milione di barili al giorno fino al mese di ottobre, così come la Russia. Le scorte negli Usa sono scese di 10.6 milioni di barili in una settimana (l’attesa era per una discesa di 3.3 milioni).


DATI MACRO


Sul fronte dati non c’è molto da attendersi questa settimana, con l’attenzione che si sposta sui PMI dei servizi, gli ordini all’industria e i dati sulla bilancia commerciale nel negli Stati Uniti. In altre aree, attenzione alle decisioni sui tassi in Australia e Canada mentre per quel che riguarda l’inflazione pubblicheranno i loro dati la Turchia, il Messico e la Russia. È prevista anche la pubblicazione del Pil di Australia e Svizzera mentre Cina, Italia, Spagna e Brasile comunicheranno i dati relativi ai PMI dei servizi.    

Saverio Berlinzani






Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.


Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”). 


Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.

ActivTrades x Nikola Tsolov
Nikola Tsolov's car