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Mercati azionari di nuovo in ripresa

Saverio Berlinzani
April 23, 2025

Wall Street recupera e rilancia dopo le dichiarazioni di possibili accordi commerciali tra gli Stati Uniti, Giappone e India, notizie che hanno rilanciato l’appetito al rischio. Bessent, Segretario al Tesoro, ha dichiarato che i negoziati con la Cina saranno lunghi e faticosi, ma la situazione attuale è insostenibile, per cui si rende necessaria una de-escalation dei dazi.


In serata ha parlato anche il Presidente, che ha dichiarato che i dazi nei confronti della Cina "scenderanno in maniera sostanziale. Ma non a zero". Lo ha detto Donald Trump, parlando nello Studio Ovale. "Il 145 percento è molto alto e non sarà così alto", ha detto il presidente USA, nella prospettiva di un accordo commerciale con Pechino. Ha poi affermato di non avere alcuna intenzione di licenziare Jerome Powell. L'S&P 500, il Nasdaq 100 e il Dow Jones hanno tutti guadagnato tra il 2,51% e il 2,71%.


VALUTE


Recupero del dollaro in serata, ieri, in seguito all’allentamento della tensione globale, con l’EurUsd sotto 1.1400 mentre anche il UsdJpy ha recuperato quota 142.00. Sterlina sempre forte contro dollaro a 1.3300, in una sessione caratterizzata dal rientro del biglietto verde in seguito all’ottimismo generatosi dopo le dichiarazioni di Bessent e di Trump.


A questo punto, vedremo come si svilupperà il balletto risk on risk off, che ancora non si è certo esaurito, con l’indice Vix sopra ancora quota 30 punti ma con un sostanziale allentamento della tensione per la questione Trump – Powell, che a questo punto pare essere il barometro del sentiment dei mercati. Donald Trump ha ammesso che gli effetti negativi dei dazi si sentiranno per un po' negli Stati Uniti ed è necessario un periodo di transizione. Il recupero del dollaro, intanto, pare non essersi certamente esaurito e, a giudicare dall’analisi tecnica, c’è ancora spazio per un movimento di almeno l’1%-1,5%.



FMI, CRESCITA IN CALO


Il FMI ha avvertito che l'aumento dei dazi statunitensi sta segnando l'inizio di una nuova era globale di crescita più lenta. Da gennaio, il presidente Trump ha imposto dazi doganali ingenti, innescando ritorsioni e innalzando le barriere commerciali a livelli mai visti dalla Grande Depressione. Il FMI ha ridotto le sue previsioni di crescita globale per il 2024 dal 3,3% al 2,8% e prevede una debolezza persistente fino al 2026.


Gli Stati Uniti saranno tra i più colpiti, con una crescita nel 2025 ridotta dal 2,7% all'1,8%. Anche Messico, Cina ed Eurozona ne risentiranno. Mentre Trump sostiene che i dazi rilanceranno il settore manifatturiero statunitense, il FMI afferma che l'automazione, non il commercio, è la vera causa della perdita di posti di lavoro. Avverte che i dazi danneggeranno l'innovazione e la competitività a lungo termine. Si prevede anche un aumento dell'inflazione, soprattutto negli Stati Uniti, limitando la capacità della Fed di tagliare i tassi.


Il FMI ha sottolineato l'importanza dell'indipendenza delle banche centrali e ha avvertito che ulteriori aumenti dei dazi o l'instabilità del mercato potrebbero indebolire il ruolo dominante del dollaro statunitense a livello mondiale.


ORO, NUOVI RECORD E POI LA CADUTA


Martedì l'oro, durante la sessione europea, ha superato i 3.500 dollari l'oncia, stabilendo un nuovo record, trainato dall'avversione al rischio in un contesto di crescente incertezza economica. Ma in giornata le notizie positive provenienti dagli Stati Uniti, relativamente alla possibile de-escalation della tensione verso la Cina, richiamata dal Segretario al Tesoro Bessent, oltre alle parole di Trump che ha negato di voler licenziare Powell, hanno allentato la tensione riproponendo il risk on come tema dominante.


Anche se esclusivamente correttivo, almeno per ora, ha causato la caduta del metallo giallo, che è crollato sotto i 3.320 dollari, perdendo oltre 180 dollari in meno di una sessione. Non cambia nulla nel trend in atto, ma gli eccessi visti nelle ultime sedute potrebbero portare a movimenti violenti anche al ribasso, specie se dovessero giungere buone notizie sul fronte accordi commerciali, come abbiamo visto ieri.


Saverio Berlinzani





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