In quest’ultimo periodo analisti, operatori del settore, trader, consulenti e tutti coloro che hanno a che fare con i mercati finanziari sono tutti alla ricerca di un qualche segnale tangibile che possa indicare quali saranno le future price action delle varie asset class, che vivono tutte un periodo caratterizzato da elevata incertezza.
Anche la giornata di ieri ha visto la pubblicazione di dati europei e americani che hanno provocato reazioni totalmente irrazionali, con correlazioni totalmente fuori controllo mentre il petrolio è tornato a salire dopo le dichiarazioni dell'Opec+ che ha promesso un taglio di un altro milione di barili al giorno. I PMI europei sono tutti usciti in rosso, con il dato di Eurozona sceso a 52.8 nella misura composite (inferiore alle attese di 53.3) e il service a 55.1 (da 55.9 del consensus). Solo quello inglese è uscito migliore delle attese e per tutta risposta la sterlina è scesa.
Nel pomeriggio l’ISM service PMI è calato bruscamente a 50.3 (dal 52.4 del consensus e da 51.9 del dato precedente), il livello più basso degli ultimi 4 mesi. Il dato ha registrato un rallentamento dell’attività commerciale e dei nuovi ordini, oltre ad una contrazione dell’occupazione. Anche i factory order sono aumentati meno del previsto a +0.4% dal +0.8% atteso.
La reazione dei mercati azionari è stata sorprendente perché di fronte a dati peggiori, la borsa è scesa (il che voi direte, sarebbe logico) ma fino a venerdì scorso era il contrario perche’ le bad news erano considerate good news con i listini che con dati negativi salivano per le aspettative di un rallentamento nel rialzo del costo del denaro. Ora sembra tutto cambiato, come è cambiata anche la correlazione intermarket che ha visto il dollaro muoversi in correlazione diretta con le borse sia venerdì (entrambi sono saliti dopo payrolls) sia ieri (borse giù con dollaro in calo).
LA RBA ALZA I TASSI
Questa notte la RBA, a sorpresa, ha alzato il costo del denaro dello 0.25% portando i tassi di riferimento al 4.1%. Nello statement si legge che potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento del costo del denaro, anche se tutto dipende dall’andamento dell’economia in un periodo di alta inflazione. Negli ultimi periodi si è verificato un rallentamento della spesa delle famiglie e le condizioni del mercato del lavoro si sono ammorbidite, pur rimanendo ancora in tensione.
Il dollaro australiano si è rafforzato salendo a 0.6670 sul dollaro. Sul fronte dati la giornata di oggi prevede la pubblicazione delle vendite al dettaglio di Eurozona, mentre nel pomeriggio verranno diffusi i permessi di costruzione canadesi e il redbook americano, l’indice che misura la crescita delle vendite dei negozi negli Stati Uniti, in pratica un altro indicatore che misura le vendite al dettaglio.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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