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La Fed taglia i tassi, ma Powell frena l’euforia

Saverio Berlinzani
October 30, 2025

LA FED TAGLIA, MA POWELL FRENA

 

La Federal Reserve ha abbassato il tasso sui Fed Funds di 25 punti base, portandolo a un intervallo obiettivo del 3,75%-4,00% nella riunione di ottobre 2025, in linea con le aspettative del mercato. La mossa segue un taglio analogo effettuato a settembre, portando i costi di finanziamento al livello più basso dal 2022.

 

I membri del Board della Fed hanno espresso preoccupazione per il mercato del lavoro e i suoi potenziali rischi di peggioramento, mentre l'inflazione, salita dall'inizio dell'anno, resta elevata (+3%). Su 12 votanti, due hanno sostenuto un taglio di 50 punti base, mentre uno ha votato per mantenere i tassi invariati.

 

Successivamente, il presidente Jerome Powell ha messo in guardia i mercati dal dare per scontato un ulteriore taglio nella prossima riunione. Gli analisti, tuttavia, continuano a prevedere una riduzione di 25 punti base a dicembre. "Continuiamo ad affrontare rischi di natura bilaterale", ha dichiarato Powell durante la conferenza stampa a Washington. Ha aggiunto che "ci sono state opinioni fortemente divergenti su come procedere a dicembre" e ha ribadito che "una nuova riduzione del tasso di riferimento non è una conclusione scontata, tutt'altro".

 

WALL STREET MISTA

 

La Borsa statunitense ha registrato variazioni contenute dopo la decisione della Fed. Il Dow Jones ha perso lo 0,16%, dopo aver toccato un nuovo massimo a 48.041 punti. L’S&P 500 è rimasto invariato a 6.891 punti, sotto il massimo storico di 6.920, mentre il Nasdaq è salito dello 0,55% a 23.958 punti, con massimo a 24.020.

 

Il sentiment di mercato resta orientato al "risk on", con l’oro che continua a oscillare sotto quota 4.000 dollari l’oncia.

 

VALUTE

 

Sul mercato valutario, la prima reazione alle parole di Powell è stata un deciso rialzo del dollaro, interpretato come ritorno al "risk off" e acquisto di valuta statunitense come bene rifugio. Tuttavia, nella notte, il movimento si è invertito e il dollaro ha ripiegato.

 

L’EUR/USD è sceso a 1,1580 dopo la Fed, per poi risalire a 1,1630 nella sessione asiatica. Il trend di medio periodo resta rialzista, ma manca il momentum per una discesa decisa del dollaro. Il cambio rimane ancorato in un range tra 1,1550 e 1,1680.

 

Stessa dinamica per il Cable, mentre l’USD/JPY si avvicina al doppio massimo di periodo a 153,25: una sua violazione potrebbe aprire la strada verso quota 155,00. Reazione anche per le valute oceaniche, con AUD vicino a 0,6600 e NZD intorno a 0,5800.

 

RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO USA

 

Il rendimento dei Treasury a 10 anni è salito di 10 punti base, raggiungendo il 4,07%, dopo che Powell ha frenato le aspettative di ulteriori tagli dei tassi entro l’anno. La Fed ha annunciato la fine del suo programma di quantitative tightening.

 

Nonostante ciò, i rendimenti lungo la curva sono aumentati, poiché Powell ha chiarito che la Fed non darà priorità alla debolezza del mercato del lavoro rispetto all’inflazione. La banca centrale reinvestirà i titoli MBS in scadenza in buoni del Tesoro, per mitigare le tensioni sui mercati dei finanziamenti overnight.

 

I future sui tassi continuano a prezzare tre ulteriori tagli entro luglio 2026. Le preoccupazioni precedenti legate al rallentamento economico, alla chiusura del governo e alla stabilità del bilancio Fed avevano spinto il rendimento decennale al minimo annuale del 3,95% il 22 ottobre.

 

BOJ, TASSI FERMI

 

La Banca del Giappone ha mantenuto i tassi invariati allo 0,5% nella riunione di ottobre 2025, confermando il livello più alto dal 2008 e prolungando la pausa iniziata dopo l’ultimo rialzo di gennaio. La decisione, attesa dal mercato, è stata approvata con 7 voti favorevoli e 2 contrari. I consiglieri Naoki Tamura e Hajime Takata hanno nuovamente proposto un aumento allo 0,75%, come già fatto a settembre.

 

Nelle previsioni trimestrali, la BoJ ha mantenuto l’inflazione core al 2,7% per l’anno fiscale in corso, prevedendo un calo all’1,8% nel 2026 e una risalita al 2,0% nel 2027. La crescita del PIL per il 2025 è stata rivista al rialzo dallo 0,6% allo 0,7%, sostenuta da un accordo commerciale con Washington e dalla nuova leadership del Primo Ministro Sanae Takaichi. Le proiezioni per il PIL 2026 e 2027 restano rispettivamente allo 0,7% e all’1%.

 

BANCA DEL CANADA: TAGLIO E CAUTELA

 

La Banca del Canada ha ridotto il tasso overnight di riferimento di 25 punti base, portandolo al 2,25% nella riunione di ottobre 2025, come previsto dai mercati. L’istituto ha segnalato che potrebbe concludere il ciclo di tagli se le proiezioni economiche di base saranno confermate, in un contesto di forte incertezza.

 

Il taglio segue una precedente riduzione di 25 punti base nella riunione di settembre, la prima da marzo. L’inflazione complessiva si aggira intorno all’obiettivo del 2%, mentre i dazi statunitensi e il rallentamento del mercato del lavoro hanno spinto il Consiglio direttivo a optare per condizioni di finanziamento più accomodanti.

 

Saverio Berlinzani

 

 

 

 

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