La Banca di Inghilterra ha alzato ancora i tassi di riferimento di 25 punti base, portandoli al 5,25%, e arrivando al quattordicesimo rialzo consecutivo. I tassi ora sono ai massimi dal 2008, in un contesto di elevata e preoccupante inflazione. Il Board si è espresso a favore di un rialzo dei tassi, ma non all’unanimità, con 6 membri che hanno deciso un aumento di 25 punti base, mentre altri due hanno votato per un rialzo di 50 punti base e uno solo che avrebbe desiderato i tassi invariati.
In ogni caso le dichiarazioni del board sono state improntate ad un mantenimento di una politica restrittiva, anche se, si legge, siamo già in una condizione del genere, che però rimarrà tale fino a quando l’inflazione non scenderà al 2%. La sterlina ha reagito inizialmente scendendo, sull’onda del recupero del dollaro di questa settimana, ma poi ha chiuso in ripresa, recuperando dai minimi contro dollaro, oltre 100 pips, da 1,2620 a 1,2730.
I DATI DI IERI
La giornata comunque, era partita con la pubblicazione dei PMI dei servizi, che avevano mostrato una congiuntura in leggera ripresa, a partire dal PMI dei servizi cinese, salito a 54.1, passando per quello indiano, anch’esso in miglioramento. Gli stessi dati, pubblicati nella vecchia Europa, hanno mostrato un calo di quelli spagnoli e francesi, mentre i PMI tedeschi sono parsi in miglioramento. In generale i dati di Eurozona sono usciti inferiori alle attese, a 50,9 comunque, non in zona recessione.
Gli omologhi dati USA sono risultati in linea con il consensus, abbondantemente sopra i 50 punti. Insomma, un quadro misto che consente di avere comunque fiducia verso un futuro caratterizzato da un rallentamento economico che non dovrebbe sfociare in recessione, a sentire le analisi e i pareri di analisti ed esperti del settore. Ciò, in termini di correlazioni, potrebbe consentire la tenuta dei listini, o perlomeno il non crollo degli indici nel medio termine, e di conseguenza, se la correlazione intermarket tenesse, un dollaro nuovamente in correzione ribassista.
VALUTE
Tra le principali coppie valutarie, segnaliamo la presenza di una decorrelazione importante tra le oceaniche, in discesa che pare strutturale contro dollaro, e le majors che invece tengono maggiormente rispetto alla divisa americana come i cross, evidenziando una forza significativa, come EurAud, Eurnzd, ma anche GbpAud e GbpNzd.
Vicino al doppio minimo storico anche NzdChf, ormai a ridosso di 0,5300. Lo Jpy resta abbastanza debole anche se non crolla, in ragione delle minacce velate della Boj di intervento qualora si indebolisse troppo rapidamente.
NON FARM PAYROLLS
Oggi si conclude una settimana interessante, caratterizzata, come dicevamo da dati misti ma tutto sommato ottimistici se pensiamo al tanto paventato pericolo di recessione un po’ ovunque, che non sembra, almeno per il momento, manifestarsi come ci si poteva aspettare solo qualche mese orsono.
E oggi pomeriggio c’è grande attesa per i Non Farm Payroills, in uscita alle 14,30 e attesi in aumento a 200 mila unità con un tasso di disoccupazione che dovrebbe rimanere invariato al 3,6%. Un mercato del lavoro ancora molto tirato quindi, nonostante prevalga un consensus di allentamento, considerata anche la possibile diminuzione, a tendere, dei salari settimanali, attesi in aumento inferiore alle uscite precedenti a +4,2%. Attenzione alle reazioni del mercato, perché un dato positivo potrebbe generare un aumento del risk off con discesa dei listini e salita repentina e volatile del dollaro. Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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