Ieri i mercati si sono mossi in trading range, in attesa del vero market mover della settimana, i Non Farm Payrolls, in uscita oggi pomeriggio alle 14.30. La sensazione, considerando quanto successo ieri, in termini di dati e di price action, sembra evidenziare un modesto cambiamento rispetto ai movimenti delle ultime settimane nelle quali ogni dato americano superiore alle attese provocava un sell off dei listini, un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e un rafforzamento del dollaro.
Ieri, nonostante dei jobless claims, ovvero i dati sulle richieste di disoccupazione settimanali, siano usciti decisamente migliori rispetto al consensus (+207 mila), la reazione dei vari asset è stata tutto sommato contenuta, con Wall Street che è rimasta stabile, con chiusure poco sotto lo zero (-0.03% il Dow Jones, -0.13% l’S&P e -0.12% il Nasdaq).
Nella notte poi i mercati asiatici hanno ripreso quota e hanno chiuso leggermente positivi. Sul fronte obbligazionario, i rendimenti dei titoli di stato USA hanno smesso di salire e si sono stabilizzati vicino ai massimi, con il decennale al 4.7% e il sei mesi, al 5.58%. Il dollaro, dal canto suo, ha ripiegato qualcosa, ma senza rompere i supporti, in ragione del fatto che il mercato aspetta oggi pomeriggio per rilasciare le prime sentenze.
VALUTE
L’EurUsd è tornato sopra 1.05 assestandosi vicino ai primi livelli chiave di resistenza, che sul daily sono posti in area 1.0560, il cui superamento potrebbe spingere le quotazioni verso 1.0620. Sul Cable c’è la medesima price action con possibili rialzi fino a 1.2270-80, prima resistenza rilevante.
UsdJpy ha ceduto qualcosa, tornando sotto 149 in assenza di dichiarazioni ufficiali da parte della BoJ, che non ha né confermato né smentito un eventuale intervento sul mercato dopo la brusca flessione di due giorni fa, con UsdJpy che è sceso da 150.15 a 147.30 in pochi minuti.
Poche le novità sui cross, con il mercato che resta ampiamente dollaro-centrico, e rimarrà presumibilmente tale anche dopo la pubblicazione dei NFP, che potrebbero spostare il biglietto verde indistintamente contro tutte le valute.
PETROLIO
Sia il WTI sia il Brent sono scesi, rispettivamente a 82 e 84 dollari, con una discesa di quasi l’8% nella sola settimana e le ragioni vanno ricercate nel probabile calo della domanda globale, in relazione alle prospettive di un rallentamento economico.
I dati dell’Eia, l’Agenzia internazionale per l’energia, hanno evidenziato un drastico calo della domanda di benzina negli USA, il che dimostra come i tassi alti comincino a generare degli effetti negativi sulla domanda. Tecnicamente i supporti per il Brent passano a 81.50, la cui rottura potrebbe spingere i prezzi verso l’area i minimi visti tra marzo e giugno in area 72-70 dollari al barile.
NFP
Oggi alle 14.30 tutti davanti ai monitor per seguire la pubblicazione del dato chiave di questa ottava, con una previsione di 170 mila nuovi occupati nel settore non agricolo, rispetto ai 187 mila del dato precedente. Il tasso di disoccupazione è previsto al 3.7%, in miglioramento rispetto al 3.8% di settembre.
I guadagni settimanali sono visti in crescita dello 0.3% mentre la partecipazione della forza lavoro è attesa invariata al 62.8%. La reazione attesa è la solita ovvero: un dato positivo potrebbe far scendere i listini e far salire il dollaro, mentre un dato peggiore delle attese dovrebbe dare fiato ai mercati azionari e riportare una certa dose di fiducia tra gli investitori.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani