Gli indici Pmi della zona Euro, usciti ieri per il settore dei servizi, manifatturiero e composite, hanno evidenziato un miglioramento generale, sebbene i dati presi per singoli paesi abbiano mostrato una certa incertezza, con quelli francesi al di sotto delle aspettative, mentre quelli tedeschi, sono usciti decisamente migliori del consensus.
I dati generali presi per l’intera Eurozona, sono apparsi in crescita per tutti i settori e per il dato composto, con un +43.8 del settore manifatturiero (43.5 consensus), un 48.2 dei servizi contro 48.1 delle previsioni e 47.1 nel dato composite superiore al 46.8 atteso. Dopo sei mesi di rallentamento, finalmente una lettura positiva.
La reazione dei mercati, seppur limitata, ha visto il principale indice azionario Europeo, Il Dax, guadagnare ancora terreno e superare i 16 mila punti, a ridosso dei massimi del 31 agosto. Tecnicamente siamo ancora lontani dai 16.532 che rappresenta il massimo storico registrato il 31 luglio di quest’anno, ma considerato l’andamento generale dei mercati azionari globali, non possiamo escludere che si possa rivedere durante quello, che da molti, viene definito il rally di fine anno.
VERBALI BCE
Dai verbali pubblicati ieri si evince che nell’attuale scenario previsionale dell’autorità monetaria dell’Eurozona, non rientrano eventuali ulteriori rialzi dei tassi, anche se pare prematuro parlare di riduzione del costo del denaro. All’unanimità quindi, si è deciso di lasciare i tassi invariati, specialmente in ragione del fatto che il board ha riscontrato maggiore incertezza economica rispetto al mese scorso.
C’è comunque accordo per mantenere una porta aperta verso eventuali rialzi dei tassi, se si rendesse necessario in seguito ad eventuali recrudescenze dell’inflazione stessa. Per quanto riguarda le scadenze dei titoli all’interno del Pepp, la Bce è d’accordo nel reinvestirli.
Infine, i membri del board sembrano concordi nell’affermare che le conseguenze dei rialzi dei tassi debbano ancora manifestarsi compiutamente. Un verbale, quindi, che non aggiunge nulla a quanto già non sapessimo ma che dimostra come le banche centrali siano sostanzialmente allineate anche nelle dichiarazioni verso l’opinione pubblica.
VALUTE E AZIONARIO
Mercato dei cambi stabile e in trading range nelle ultime ore, in assenza di grande volatilità legata anche alla festività del giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti. EurUsd compreso tra 1.0890 e 1.0930 con il Cable che dopo aver puntato 1.2560, in seguito ai buoni dati sui Pmi manifatturiero, dei servizi e composite, usciti in mattinata, ha ripiegato una trentina di pip.
EurGbp che sembrava essere in procinto di rompere quota 0.8690 ma poi ha ancora tenuto ed è tornato in serata sopra quota 0.8700. Stamani lo troviamo ancora a ridosso di 0.8690, ma per ora di breakout, non se ne parla ancora.
UsdJpy in leggero recupero non lontano da 150.00, con oscillazioni tutto sommato contenute. Il mercato sta aspettando conferme e notizie che possano creare volatilità di breve termine, e dipende ancora dai listini azionari che proseguono nella loro battaglia per far registrare sempre nuovi massimi ogni giorno.
C’è un dibattito acceso tra gli operatori sul tema bolla speculativa o no, legata al fatto che alcuni titoli hanno dei P/E esageratamente alti, ed è possibile che sia così, è un fatto oggettivo, ma sappiamo bene come i mercati, certi mercati, siano talvolta guidati da una presenza di liquidità immensa che continua ad arrivare sull’equity, non avendo altre interessanti opportunità.
L’osservazione dei grafici, mai come in questi momenti, può aiutare ad avere la consapevolezza che andare ostinatamente contro il mercato può portare a conseguenze pesanti in termini di perdite.
GIAPPONE, L’INFLAZIONE SALE
Sale al 3.3% l’inflazione in Giappone su base annua ad ottobre, rispetto al 3% del mese di settembre, facendo segnare il valore più alto dal mese di luglio. A trascinare al rialzo i prezzi costo del carburante ed elettricità, diminuiti meno del previsto, mentre sono aumentati i costi per cultura e tempo libero. Anche i beni alimentari sono saliti dell’8.6%. Cresciuta ugualmente anche l’inflazione core, a +2.9% su base annua e +0.7% su base mensile.
Lo Jpy è rimasto invariato con UsdJpy sopra 149.00, ma nel trading range delle ultime sedute, compreso tra 148.60 e 149.90, in attesa di qualche decisione della BoJ che per ora non arriva. Sarà sufficiente questo dato sull’indice dei prezzi al consumo per decretare la fine del Qqe? Per ora non è dato saperlo, ma certamente aumentano le ragioni affinché la Boj cambi qualcosa nella politica monetaria.
Buon trading e buona giornata.
Saverio Berlinzani
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